UDINE – Senza cibo né acqua calda in casa. Così viveva una ragazzina che frequenta la scuola media a Udine. Alla fine è svenuta in classe, dinanzi agli occhi esterrefatti dei compagni e dell’insegnante. Immediatamente soccorsa e portata in infermeria, la ragazzina si è ripresa. Solo allora si è scoperto che la piccola non mangiava da giorni ed era solita fare la doccia gelata, in pieno inverno. A casa, ha spiegata, non ci sono riscaldamenti e la credenza è sempre vuota.
Il preside della scuola, raggiunto dal Corriere della Sera, rivela una situazione ancor più drammatica: “Non è l’unico caso che si verifica e negli ultimi anni sono, purtroppo, sempre più frequenti. Noi cerchiamo il dialogo con le famiglie e vogliamo aiutarle, ove possibile, ma si tratta di realtà delicate, in cui spesso anche gli stessi genitori non si affidano ai servizi per un senso di vergogna e pudore, e ignorano le agevolazioni e i supporti sui quali possono invece contare per ricevere qualche sussidio. Ci vorrebbe maggiore conoscenza di questi aspetti”.
Ma intanto sono i più piccoli a farne le spese: sono bambini spesso stranieri ma anche italiani. In Italia, secondo i dati allarmanti di un mese fa rilasciati da Save the Children, quasi 1 minore su 3 è a rischio di povertà ed esclusione sociale.
Secondo il preside di Udine, “servirebbe una lista degli uffici e delle soluzioni alle quali ci si può rivolgere per richiedere cibo, indumenti o aiuti, così da agevolare anche le persone che non sono a conoscenza di queste possibilità”.