“Lei non sa chi sono io”, la nuova parola d’ordine di tronisti e veline

Prima erano i potenti, quelli veri, a sfoggiare con poliziotti e vigili la formula del “lei non sa chi sono io”. Ora ad abusarne con tanto di urla, pianti isterici e minacce da gradassi sono i vip da reality e da trono in tv, seguiti a ruota da campioni del pallone e soubrette.

Si mettono alla guida dopo aver abbondantemente alzato il gomito, magari passano con il rosso al semaforo o non rispettano lo stop e pretendono pure di passarla liscia. L’ultima paladina del “forse non mi ha riconosciuto, io questa multa non la voglio” è Aida Yespica, procace starlett del Bagaglino e dell’Isola dei Famosi. Quando i vigili di Milano hanno alzato la paletta per fermarla a un controllo di routine, la bella mora si è lasciata scappare la formula che di norma usavano i politici.

Era al volante della sua Range Rover con un tasso alcolemico di gran lunga superiore a quello consentito dalla legge, ben 1,67 grammi rispetto agli 0,5 permessi. Ha cominciato a piangere, a pregare gli agenti di non procedere a sanzione e sequestro del mezzo, poi si è giocata la carta della popolarità. La sua speranza è svanita, la legge sarà pure dura ma non fa sconti alla gente di successo.

Andando a ritroso nei mesi la scenetta è stata la stessa anche a luglio, ma i protagonisti del teatrino erano Paolo Di Canio, calciatore della Lazio, e i finanzieri di controllo agli imbarchi per l’Isola del Giglio. L’attaccante non solo ha preteso di essere riconosciuto e “salvato” dal verbale in quanto sportivo, poi è passato persino alle minacce. Lui sì che a Roma conosce «persone che contano», eppure per gli agenti delle Fiamme Gialle non ha sortito nessun effetto: Di Canio si è beccato pure una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale e ha ritardato la partenza.

La prepotenza del “lei non sa chi sono io” è stata rubata ai suoi veri inventori: i politici. Renato Schifani nel 2002 si presentò al cinema Aurora di Palermo con una tessera scaduta per vedere i film gratuitamente: le maschere lo ripresero e lui prontamente le fece identificare dagli uomini della sua scorta.

Antonia De Mita, figlia del se­gretario Dc Ciriaco, si mise a litigare in aeroporto a Linate perché i finanzieri si erano permessi di chiederle i documenti.  Qualche anno prima, nel ’95, il senatore di Forza Italia, Domenico Contestabile, pretendeva un trattamento speciale in seguito a un incidente solo perché sedeva fra le file dei potenti.

Per i sociologi non si tratta solo di cattive maniere, ma forse di un’insana pigrizia: cercare di prevaricare e fare gli arroganti è più da duri e di certo costa meno fatica.

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