Nonna dona rene al nipote 15enne: “Volevo fargli un regalo”

Nonna dona rene al nipote 15enne: "Volevo fargli un regalo"
Nonna dona rene al nipote 15enne: “Volevo fargli un regalo”

TORINO – “Volevo fargli un regalo”. Così Giuseppina, coraggiosissima nonna di 56 anni, ha commosso medici, cronisti e pure il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Giuseppina ha donato un rene al suo nipotino di 15 anni, affetto fin da bambino da una malattia renale congenita e da oltre un anno sottoposto a dialisi. Il gesto d’amore si è compiuto mercoledì all’ospedale Molinette di Torino ed è “tecnicamente riuscito”.

La nonna, che ha ricevuto anche una telefonata di complimenti dal ministro Lorenzin, ha risposto all’Ansa dal suo letto d’ospedale dove è ancora attaccata alle flebo: “Sono contenta perché è andato tutto bene. Vivevo nell’incubo che qualcosa andasse storto e che il mio gesto andasse sprecato”. Grazie a lei il nipote è stato finalmente sganciato dalla dialisi, che per lui era particolarmente sofferta dal punto di vista clinico. Stanno entrambi bene. Non vedono l’ora di riabbracciarsi e di tornare a casa in Sicilia.

L’idea di donare un rene al nipote malato era venuta alla donna un anno e mezzo fa. “Quando gli esami hanno confermato che eravamo compatibili – racconta – non ho esitato un attimo a fargli questo regalo”. Per lei, che ha subito il prelievo del rene in laparoscopia, non ci sarà alcuna conseguenza, assicurano i medici. “Potrà tornare a fare una vita assolutamente normale, anche con un solo rene”, spiega il professor Luigi Biancone, che dirige il reparto di Nefrologia dell’ospedale. “Questo – aggiunge – dimostra che l’età per donare non conta, ma conta solo la biologia: se una persona è in condizioni di donare un rene non è la carta d’identità che lo impedisce”.

Il quindicenne trapiantato era seguito dall’equipe pediatrica diretta dal dottor Bruno Gianoglio dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. L’intervento di espianto del rene dalla nonna donatrice è stato eseguito dagli urologi Paolo Gontero e Giovanni Pasquale, dell’équipe del professor Bruno Frea. Nella sala operatoria accanto il trapianto, effettuato dai chirurghi vascolari Maurizio Merlo, Aldo Verri e Monica Hafner e dall’urologo Omid Sedigh.

“Sto bene e ringrazio mia nonna per tutto quel che ha fatto per me. Ora avrò cura di questo rene”, ha detto il ragazzo. Per sapere se il giovane potrà tornare ad avere una vita normale, però, bisognerà attendere almeno qualche settimana, in modo da scongiurare crisi di rigetto, che sono pur sempre in agguato nonostante la consanguineità. Nonna e nipote si sono abbracciati prima del doppio intervento. “Per adesso – conclude il giovane – le mando un bacio dal reparto, ma spero di poterla vedere presto”. Mentre il padre, Alfio, lancia un appello in favore della donazione, “perché tante persone non sono fortunate ad avere una nonna come quella che ha mio figlio“.

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