Nonni devono vedere i nipoti: la sentenza della Corte di Strasburgo

Nonni devono vedere i nipoti: la sentenza della Corte di Strasburgo
Nonni devono vedere i nipoti: la sentenza della Corte di Strasburgo

STRASBURGO – I nonni devono poter vedere i nipoti. Questa la decisione della Corte europea di Strasburgo, che si è schierata a favore di Franca Manuello e Paolo Nevi a cui i tribunali italiani avevano negato il diritto di vedere la nipote da 12 anni. La Corte europea ha poi stabilito anche un risarcimento di 16mila euro che l’Italia dovrà versare come danni morali ai due nonni.

Manuello, 72 anni, e Nevi, 78 anni, sono di Torino e non vedono la nipotina dal 2002, quando la bimba aveva appena 5 anni. I loro rapporti estremamente frequenti con la bambina sono stati interrotti quando la nuora ha chiesto la separazione e subito dopo il figlio è stato accusato di aver abusato sessualmente della bambina.

Se in un primo momento il tribunale dei minori di Torino aveva ordinato ai servizi sociali di mettere in atto le misure per ripristinare i rapporti tra nonni e nipote, nel momento in cui il padre della piccola è stato prosciolto nel 2006 “perché il fatto non sussiste”, il tribunale ha stabilito, sulla base dei rapporti forniti dai servizi sociali e dagli psicologi, che ai nonni doveva essere vietato di vedere la nipote, perché la piccola li associava a quanto riteneva di aver subito dal padre.

Una decisione bocciata dalla Corte di Strasburgo, che nella sentenza stabilisce che le autorità italiane hanno violato il diritto dei nonni a mantenere i contatti  con la nipote. Nello specifico la violazione deriva dal fatto che il tribunale dei minori di Torino ha impiegato 3 anni a decidere sulla richiesta dei nonni di vedere la nipote, e che i servizi sociali, a cui era stato ordinato di attuare tutte le necessarie misure affinché questo fosse possibile, non hanno fatto incontrare i nonni e la nipote per due anni. Questo nonostante Franca e Paolo abbiano seguito tutte le misure decise dai servizi sociali.

La Corte europea dei diritti umani sottolinea poi il fatto che mentre il padre della bambina era accusato di averne abusato, il tribunale ha deciso che i contatti tra nonni e nipote dovevano riprendere, ma che questi sono stati vietati dopo che il padre è stato prosciolto.

La ragione principale per questo divieto è stata il fatto che la bambina associava i nonni al padre e agli abusi subiti da questo. A tale proposito la Corte di Strasburgo afferma che nonostante

“la grande prudenza che si impone in questi casi e che le misure prese per proteggere il minore possono porre dei limiti ai contatti con i membri della famiglia, le autorità competenti non hanno fatto tutti gli sforzi necessari per salvaguardare il legame familiare e non hanno reagito con la coscienza richiesta”.

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