BARI – Più di 30 dispersi, 11 morti sicuri (tra cui 3 italiani, i camionisti Carmine Balsano, Giovanni Rinaldi e Michele Riccardo) tra i passeggeri sul traghetto. E la probabilità alta che ci siano ancora cadaveri sul relitto. Ma a danno si aggiunge danno: due marinai albanesi sono morti mentre tentavano di agganciare la nave da un rimorchiatore. Sono queste, la mattina del 30 dicembre, le cifre sicure sulla tragedia della Norman Atlantic, il traghetto che ha preso fuoco domenica 28 dicembre al largo dell’isola di Corfù. A distanza di più di 48 ore dall’incendio, non ci sono ancora numeri certi. I soccorritori stanno continuando a cercare, ma la speranza di trovare vivo qualcuno di quelli che manca all’appello si fa di ora in ora più flebile. Intanto il traghetto si dirige verso Valona, in Albania: sarebbe attualmente rimorchiato da un mezzo navale albanese.
Decine le persone di cui non si hanno ancora notizie. Mentre una nota del ministero dei Trasporti informa che la nave è stata posta sotto sequestro.
Sono indagati per i reati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, il comandante della nave, Argilio Giacomazzi, e l’armatore, Carlo Visentini.
Sulla Norman Atlantic sono state salvate in tutto 427 persone, di queste 56 erano membri dell’equipaggio. Undici sono i morti accertati, per un totale di 437 persone. Ma sulla lista d’imbarco i passeggeri erano 478 e alcuni dei nomi delle persone salvate non figuravano su quella lista. Dunque i conti non tornano: il “porto d’imbarco dovrà ora verificare la corrispondenza delle liste”.
A spiegarlo nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi sono stati i ministri della Difesa, Roberta Pinotti e dei Trasporti, Maurizio Lupi. E’ questa la ragione per cui, secondo Lupi, non si possono fornire indicazioni sul numero dei dispersi.
“Il punto incerto – hanno spiegato – è se c’è qualcuno che nelle fasi concitate della messa a mare delle scialuppe, sia caduto in mare. In maniera cautelativa ci siamo mossi partendo dalla lista ufficiale. Via via mentre procedevamo nei soccorsi andavamo affinando i nomi salvati confrontandoli con la lista dell’imbarco siamo arrivati a un quadro complessivo”.
Spetta ora al porto d’imbarco verificare la coincidenza tra la lista d’imbarco e le persone effettivamente presenti a bordo. Intanto proseguono le ricerche, ha assicurato l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina Militare:
“Stiamo lavorando con l’assetto aereo nostro e della Marina Militare, più un assetto greco per continuare le ricerche di eventuali naufraghi”.
Il ministro Lupi ha infine chiarito che dei soccorsi, 234 passeggeri sono di origine greca, 54 di origine turca, 22 albanesi, 22 italiani, 18 tedeschi e 10 svizzeri. Poi ci sono passeggeri di altre nazionalità.
(Foto LaPresse)