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Novara, arrestano positivo al coronavirus: carabinieri in isolamento

Novara, carabinieri arrestano positivo al coronavirus e ora sono in isolamento.

E’ risultato positivo al coronavirus, e per questo portato in ospedale, un italiano arrestato dai carabinieri di Novara, che nell’ambito dell’operazione Tresca ha smantellato una organizzazione dedita allo spaccio di stupefacente.

Alcuni militari, per questo motivo, sono stati posti in isolamento.

La banda smantellata a Novara era in grado di smerciare fino a venti chili di cocaina all’anno.

Il bilancio dell’operazione, avviata nei mesi scorsi, è di tredici ordinanze di custodia cautelare, notificate a persone già in carcere; due arresti domiciliari e tre obblighi di firma.

Ai vertici c’era un uomo, finito in carcere lo scorso aprile, che riceveva la cocaina e la distribuiva agli spacciatori per lo smercio al dettaglio.

Le 5 Regioni che potrebbero chiudere. Quali sono (forse) le rosse, le arancioni e le verdi

L’elenco delle Regioni rosse,deve ancora essere reso noto ma le Regioni più a rischio dovrebbero essere Piemonte, Lombardia e Calabria oltre alla provincia di Bolzano.

Ma anche la Campania, in bilico tra rosso e arancione. Capire quale colore in base al rischio contagio sarà assegnato a una Regione è fondamentale per sapere cosa chiude e cosa no, come spostarsi, cosa si può fare…

In zona arancione dovrebbero esserci quindi la Campania (forse), la Puglia, il Veneto (che oscilla tra arancione e verde), la Liguria e la Valle d’Aosta. Verdi tutte le altre.

 

Regioni rosse: Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Calabria e forse Campania. Quelle arancioni: Valle d’Aosta, Liguria, Veneto (in bilico col verde), Campania (in bilico con il rosso) e Puglia. Regioni verdi: Trentino, Friuli, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia, Sardegna e forse il Veneto.

I colori al momento sarebbero questi, ma possono cambiare anche nei prossimi giorni. Saranno i numeri della pandemia di ogni Regione a far spostare il fattore di rischio.

Ma proprio sui dati, ovvero sui numeri che dovrebbero essere incontrovertibili, si è nel frattempo scatenata una polemica perché dovranno essere i presidenti di Regione a mettere la firma (e di conseguenza la faccia) sui provvedimenti. 

Per questo i governatori hanno scritto una lettera a Conte in cui esprimono preoccupazione per i passaggi del Dpcm che “esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e Province autonome, ponendo in capo al governo ogni scelta e decisione” e vogliono “un contraddittorio per l’esame dei dati” insieme ai tecnici dei dipartimenti regionali. 

Prima della firma del Dpcm da parte del premier Giuseppe Conte, i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza hanno inviato una risposta alle regioni nella quale si specifica che “il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome è ampiamente garantito dalla partecipazione diretta delle stesse in seno alla Cabina di regia, nonché dall’iter procedimentale costruito che contempla l’adozione, da parte del Ministro della salute, delle relative ordinanze, sentiti i Presidenti delle regioni interessate”. (Fonte: Ansa).

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