ROMA, 20 OTT – Settantaquattro millimetri di pioggia in 90 minuti. Il numero lo ha dato il sindaco Gianni Alemanno e rende l’idea del nubifragio che ha colpito Roma giovedì mattina. Pioggia a raffica, strade allagate, allagati anche seminterrati e androni dei palazzi. Traffico in tilt, con le auto e le moto ferme, i vigili urbani con i conducenti a spingere i veicoli per liberare le strade. Laghi d’acqua a ogni galleria, metro A e B chiuse per lunghi tratti, percorsi alternativi per gli autobus. L’immagine desolante dei Fori coperti dall’acqua. Il sindaco ha chiesto lo stato di calamità naturale.
A metà mattina i Vigili del Fuoco hanno recuperato il cadavere di un uomo di 32 anni annegato in un seminterrato nel quartiere Infernetto. L’uomo, originario dello Sri Lanka, è morto in casa, gli agenti hanno invece salvato la moglie e i due figli, tra cui un neonato. In diverse scuole della Capitale gli studenti e i professori hanno denunciato acqua nelle classi (in alcuni casi la cattedre e i banchi galleggiavano); al Socrate si sono staccati pezzi del soffitto.
La polemica ora è sull’eventuale responsabilità del disastro. Ha funzionato tutto come doveva? Il sindaco si difende: ”Quando c’è un nubifragio significa che la pioggia supera le medie stagionali e le fogne, per quanto possano essere mantenute, risultano insufficienti. Per evitarlo bisognerebbe fare fogne di dimensioni enormi, a prescindere, con costi inarrivabili per la città”.