Nubifragio a Roma, danni ingenti. Alemanno poteva prevederli?

ROMA – Il nubifragio del 20 ottobre a Roma ha portato il sindaco Gianni Alemanno a chiedere lo stato di calamità naturale. La richiesta è stata”più che supportata” dalla presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che attende il conto dei danni da presentare alla Presidenza del Consiglio. Da giovedì pomeriggio l’opposizione ha criticato l’amministrazione di Alemanno, ritenendola responsabile dei danni portati dal nubifragio. Il sindaco ha replicato: “I poteri di provocare un nubifragio ancora non li ho. Le parole di chi me ne da la colpa si commentano da sole”. Nel nubifragio ha perso la vita Sarang Perera, rimasto intrappolato nella sua cantina.

Affinché la richiesta di calamità naturale sia accolta i danni provocati dal nubifragio devono superare un certo valore, dunque la richiesta non può essere accolta prima di un’attenta quantificazione. Alemanno ha detto che “i nostri centralini stanno ancora ricevendo chiamate e segnalazioni”, motivo per cui non esiste ancora un bilancio definitivo da presentare alla Polverini, anche se la Confederazione nazionale dell’artigianato ha parlato di milioni di euro.

Ma i danni del nubifragio a Roma erano prevedibili oppure no? Alemanno sostiene che l’allerta meteo parlava di temporali e non di piogge torrenziali. Infatti la quantità d’acqua che il violento nubifragio ha portato con sé era superiore alle medie stagionali, motivo per cui le fogne non hanno retto. Il sindaco ha anche detto che “il riconoscimento dello stato di calamità naturale varrà come giustificazione per tutti i cittadini che non sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro per l’interruzione dei servizi pubblici locali” e che “per evitarlo bisognerebbe fare fogne di dimensioni enormi, a prescindere, con costi inarrivabili per la città”.

L’opposizione però ha accusato Alemanno ed è scesa in piazza contro “l”indifferenza del sindaco e della Giunta per i gravi disagi patiti dai cittadini e per la mancata manutenzione preventiva”. Francesco Rutelli, leader dell’Api ha detto: “Il bilancio drammatico del nubifragio di questa mattina a Roma esige un momento della verità. Il sindaco Alemanno parla troppo ma non risolve nulla”, sottolineando che “quanto accaduto è una pagina indelebile, non solo per il bilancio tragico delle vite umane perdute e per gli enormi danni alla città, ma perché è la prova di una disorganizzazione disastrosa”.

Vincenzo Maruccio dell’Idv invece dice: “Il giorno dopo il nubifragio, Alemanno chiede lo stato di calamità per pagare i danni e si sforza di liberarsi da ogni responsabilità. Ma la vera calamità naturale è proprio Alemanno. Non sapeva, anche se la protezione civile lo aveva avvertito, non poteva farci niente, anche se da tempo è scattato l’allarme sullo scarso funzionamento degli impianti fognari”.

Maruccio ha poi continuato: “Niente di sorprendente, visto che da quando è stato eletto, Alemanno non governa la città ma al massimo la utilizza per il suo tornaconto politico. Quello che sorprende, semmai, è che Alemanno non abbia speso una parola per evocare interventi strutturali che facciano in modo che, al prossimo temporale, Roma non si ritrovi nella stessa emergenza. O anche peggio, tenendo conto dell’ulteriore colata di cemento che sta per scendere sulla città, per effetto del piano casa”.

 

 

 

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