Nunziante Leo “Titino” morto: cuoco di Mercogliano tra i migliori campani

Nunziante Leo "Titino" morto: cuoco di Mercogliano tra i migliori campani
Le indicazioni per il ristorante di Titino

MERCOGLIANO (AVELLINO) – E’ morto Titino, uno dei cuochi più famosi della Campania. Al secolo Nunziante Leo, si è spento nella sua Mercogliano (Avellino) dopo una breve malattia.

Erede di un’antica tradizione di famiglia, aveva 74 anni. Alla sua tavola nel ristorante alle porte di Avellino sono passati negli anni noti personaggi del mondo della politica, dello spettacolo, dello sport e del giornalismo: da Pietro Nenni a Enrico Berlinguer, da Giulio Andreotti a Ciriaco De Mita, da Francesco De Martino a Pietro Longo, persino un Nobel come Salvatore Quasimodo.

Oltre al principe della risata, Totò, che in occasione di una tappa in Irpinia ne apprezzò i fusilli con i funghi del Partenio e il coniglio alla cacciatora. “Guaglio’, bravo. Farai carriera” gli disse accomiatandosi. Negli anni Ottanta, quando l’Avellino Calcio calcava i campi della serie A, la sua trattoria divenne tappa obbligata per gli inviati dei giornali e per gli sportivi di tutta Italia. Così come dei turisti diretti al Santuario di Montevergine.

Di quell’Avellino, ai cui vertici c’era Antonio Sibilia, scomparso soltanto dieci giorni fa, Titino fu anche dirigente ricoprendo la carica di tesoriere. Personaggio pacioso, l’oste di Mercogliano fece parlare di sé nel 1984 quando, nel pieno della sua attività, chiuse per un breve periodo il ristorante su consiglio dei medici per motivi di salute avendo superato la soglia dei 122 chili. Domani i funerali (alle 15) a Mercogliano

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