Ogm, 250 progetti di sperimentazione fermi da 11 anni

Avviati ma dal 1999 congelati nelle serre: per gli organismi geneticamente modificati finora non c’è stato spazio. Sono nove in tutto le colture ogm rimaste ferme da undici anni al Ministero delle politiche Agricole, Ambiente e Regioni. Il ministro Luca Zaia non sembra voler dare il via ai 250 progetti che coinvolgono ulivi, viti, pomodori, fragole, ciliegie, kiwi, agrumi, melanzane oltre a 11 specie in lista d’attesa, come riferisce il “Sole 24 Ore”.

«I centri italiani sono stati i primi a partire quando sono partite le biotecnologie vegetali, nei primi anni ’80. Esisteva un grosso programma di sviluppo – dice Bruno Mezzetti, biotecnologo dell’Università politecnica delle Marche- sostenuto da governo e privati. I fondi arrivavano e con essi sono sorti almeno una trentina di gruppi di ricerca d’eccellenza in tutta Italia. Dal ’99 il blackout».

In pratica i progetti ci sono, ma sono rimasti confinati agli esperimenti in laboratorio e alle serre in cui vengono fatte crescere le piante. Fino al 1998, prima della moratoria europea, in Italia erano in corso 250 sperimentazioni, dagli studi sulla resistenza agli erbicidi o agli insetti, a quelli sulla produttività e il valore nutrizionale.

Al momento però la maggior parte delle ricerche sono sospese, almeno sul piano concreto. L’unica fortunata è la società della Regione Basilicata, Metapontum Agrobios, che è riuscita a portare avanti le sue attività sulla melanzana. Dopo la caduta del diktat anti-Ogm, con il via libera della patata transgenica, potrebbe aprirsi uno spiraglio anche ai protocolli di sperimentazione finora rimasti nel cassetto.

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