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Olgiate Molgora, imam espulso: la famiglia di Idriz Idrizovic resta in Italia e lo difende

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Olgiate Molgora, imam espulso: la famiglia di Idriz Idrizovic resta in Italia e lo difende (Foto Ansa)

OLGIATE MOLGORA (LECCO) – Idriz Idrizovic, imam josovaro di 39 anni, è stato espulso dall’Italia perché ritenuto “un pericolo per la sicurezza nazionale”. Ma sua moglie e le sue cinque figlie restano ad Olgiate Molgora, cittadina della Brianza lecchese in cui la famiglia abita dal 2007.

E la moglie di Idrizovic difende il marito: “Non ha mai fatto male a nessuno, né ha mai avuto intenzione di farlo, non è pericoloso, purtroppo quando uno è musulmano è ritenuto una persona pericolosa”.

In realtà l’uomo, già predicatore nelle moschee di mezza Lombardia e accusato di proselitismo sulla base di esplicite posizioni integraliste, ex mujaheddin ai tempi della guerra del Kosovo, secondo i carabinieri sarebbe stato in contatto con diversi personaggi dellintegralismo islamico, ad esempio con Idriz Bilibani, altro kosovaro arrestato nel suo Paese nel 2014 perché coinvolto in attività terroristiche. Oppure con Husein Bosnic, detto Bilal, bosniaco, personaggio noto da decenni alle cronache, prima appartenente alla brigata Al Mujahid presente nel conflitto balcanico alla fine degli anni ’90 e poi, una quindicina di anni dopo, arrestato dalla Polizia bosniaca che lo riteneva un elemento di spicco di un’organizzazione che finanziava e reclutava foreign fighters da inviare sugli scenari di guerra di Iraq e Siria.

Il sospetto è che Idrizovic avesse contatti anche con altri estremisti in Italia e non solo. L’attività dei carabinieri ha consentito di documentare il proselitismo che portava avanti anche con frequenti collegamenti a un’emittente radiofonica kosovara che trasmette in bassa frequenza solo nella zona del villaggio di Restelica Gora e nel resto del mondo via web e durante i quali leggeva, traduceva e commentava (a modo suo) passi del Corano.

Dall’attività tra Ros e Polizia tedesca è risultato poi che l’uomo aveva intessuto rapporti con la comunità islamica kosovara di Dortmund dove si sarebbe recato alla fine del 2016. Quale mese dopo ha chiesto il rilascio della carta di soggiorno per potersi trasferire dall’Italia in Germania per ricoprire il ruolo di imam ma nel luglio scorso le autorità tedesche lo hanno respinto al suo arrivo all’aeroporto di Colonia notificandogli un provvedimento di divieto di ingresso per quattro anni perché considerato “predicatore d’odio” e “salafita coinvolto nella radicalizzazione di combattenti stranieri per lo stato islamico”.

 

 

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