Oltrepò pavese, 600mila litri di vino nella fognatura: “E’ un atto vandalico”

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2016 - 07:35 OLTRE 6 MESI FA
Oltrepò pavese, 600mila litri di vino nella fognatura: "E' un atto vandalico"

Foto Ansa

PAVIA – Più di 600 mila litri di vino bianco sono finiti nella fognatura. E’ accaduto in una cantina di Scorzoletta, frazione di Cigognola in provincia di Pavia, che fa capo alla società Cantine Conte Carlo Giorgi.

Quanto accaduto, come scrive La Provincia Pavese non è stato un incidente: qualcuno di notte è penetrato nel piazzale della cantina e ha aperto le valvole di sette enormi serbatoi di acciaio pieni di vino, quasi tutto Pinot Grigio.

Il vino era destinato ad essere venduto come sfuso ed aveva un valore di circa un euro al litro. Le indagini sono ancora in corso. E sempre la Provincia Pavese spiega che la società non ha mai ricevuto richieste di denaro o minacce a scopo di estorsione. A detta degli inquirenti quindi, la pista seguita è quella dell’atto vandalico.

La contessa Ottavia Giorgi di Vistarino ha spiegato che si tratta di “un danno da mezzo milione di euro”. “E’un atto vandalico – ha aggiunto la proprietaria della cantina – Sospetti? Nessuno”. Si parla solo di “invidie e attacchi in una zona difficile, con molte indagini in corso”. Scrive Il Corriere della Sera che

“L’azienda, prima dell’arrivo di Ottavia, vendeva le basi per lo spumante a grandi case vinicole e molto vino sfuso. ‘Ho mantenuto anche per motivi sociali questa tradizione — racconta la contessina — per dare lavoro ai piccoli viticoltori che ci portano le uve. A differenza di altri, paghiamo il prezzo giusto, a due mesi dalla consegna. Una correttezza che può dare fastidio’. A chi? L’ambiente non è incontaminato. Poco distante da Rocca de’ Giorgi 297 persone sono finite sotto inchiesta per una truffa da 20 milioni di euro. L’accusa: nella cantina gestita da Terre d’Oltrepò si spacciava per Doc (o Igp) un vino che non lo era. Se mancava Pinot grigio, lo si ‘costruiva’ con altre uve, o lo si «tagliava», per aumentarne il volume. Registri manomessi, fatture false, mazzette di soldi in nero, persino l’ombra della mafia, perché uno degli indagati è già stato condannato in Puglia in un filone sul riciclaggio di denaro nelle cantine. Tutto questo c’è nei dintorni delle cisterne, sabotate, della contessa dell’Oltrepò”.