Omar Favaro: ‘Che incubo le urla di chi ho ucciso’

ROMA, 5 OTT – ''Per anni ho avuto l'incubo delle urla di Gianluca e della madre di Erika che le diceva 'ti perdono, ti perdono' ''. Omar Favaro racconta questa sera in esclusiva a Matrix l'efferato delitto da lui commesso il 21 febbraio 2001 a Novi Ligure (Alessandria) con Erika De Nardo. Omar e' stato condannato a 14 anni di reclusione ed e' tornato in liberta' il 3 marzo dello scorso anno; Erika a 16 anni (la ragazza e' da alcuni giorni in una comunita' e tornera' libera il prossimo 5 dicembre).

''Sentivo quelle parole – racconta Omar – e andavo avanti e indietro nella cucina''; ora si rammarica ''di non aver avuto la forza di aiutarla nel modo giusto''. E ricorda che Erika voleva attendere il rientro in casa del padre per uccidere anche lui. ''Ma io – spiega Omar – ho detto: 'me ne vado'. Lei non voleva. Si è arrabbiata. Ma io ho detto ancora che andavo via e lei mi ha chiesto di prendere i coltelli''. Solo cosi' Erika, sempre secondo quanto riferito da Omar – rinuncio' al suo proposito.

''Mi chiedo ancora – dice il giovane – perche' Erika odiasse così tanto la sua famiglia. Pensavo fosse gelosia nei confronti del fratellino, ma ora sono convinto che ci dovesse essere altro, perché quello non è un motivo sufficiente per uccidere''.

Omar dice che Erika gli chiedeva ''ossessivamente di uccidere la sua famiglia anche mentre avevano rapporti sessuali per dimostrare di essere un vero uomo e amarla veramente''.

Oggi – conclude – ''io non sono piu' quel ragazzo. Ora so cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ho lavorato molto su me stesso e chiedo la possibilità di tornare a vivere, ma temo il pregiudizio''.

Gestione cookie