Omicidio architetto Molteni, Daniela Rho: “Sono vedova, ora mi risposo in chiesa”

Omicidio architetto Molteni, Daniela Rho: "Sono vedova, ora mi risposo in chiesa"
Omicidio architetto Molteni, Daniela Rho: “Sono vedova, ora mi risposo in chiesa”

COMO – “Sono vedova… Sono a posto. Se vado a fare il corso di fidanzati, mi sposo in chiesa”: parlava così alla madre Daniela Rho nel gennaio scorso, pochi mesi dopo l’omicidio del marito, l’architetto Alfio Vittorio Molteni, ucciso il 14 ottobre 2015 proprio su mandato della donna e del suo amante, il commercialista Alberto Brivio. 

La conversazione è agli atti dell’inchiesta per omicidio visionati dall’agenzia Ansa, atti da cui emerge anche come prima di farlo uccidere la coppia Rho-Brivio avrebbe, sempre secondo l’accusa, cercato di incastrare Molteni mettendo un pacchetto di droga nella sua auto. L’obiettivo era quello di togliere all’uomo l’affidamento delle due figlie, che la donna voleva in esclusiva.

Per arrivare a questo obiettivo erano iniziate le intimidazioni, spesso in coincidenza con le visite delle bambine alla casa del padre. Incendi sotto casa, all’auto, e colpi sparati contro la stessa abitazione. Avrebbero dovuto convincere il tribunale di Como a togliere le figlie al loro padre. Ma così non è stato.

Alla fine, la decisione di pagare diecimila euro, stando all’impianto accusatorio, a due uomini, Michele Crisopulli (arrestato nel marzo scorso) e Vincenzo Scovazzo (arrestato in luglio), affinché gambizzassero l’architetto. Ma i colpi sparati lo hanno colpito in modo letale: Alfio Molteni è morto per un‘emorragia interna conseguente alle ferite alla gamba e all’addome provocate da colpi di pistola sparati dall’alto verso il basso.

Oggi, 5 ottobre, la vedova di Molteni, 46 anni, e il suo commercialista-amante, 49 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Como con l’accusa di essere i mandanti del delitto. Nei mesi scorsi erano finiti in carcere altri dieci indagati, accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio e i fiancheggiatori.

Nell’ordinanza di custodia cautelare vengono contestati loro vari reati: omicidio aggravato, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola, danneggiamento e stalking.

L’architetto, 58 anni, venne ucciso il 14 ottobre del 2015 nel cortile della casa in cui viveva con l’anziano padre e una zia, dopo la separazione dalla moglie. Solo due i colpi esplosi: uno alle gambe e l’altro, letale, alla parte bassa della schiena.

 

 

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