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Omicidio Bozzoli, indagati nipote Giacomo e Oscar Maggi

di Maria Elena Perrero |18 Dicembre 2015 13:03

La fonderia di Marcheno

MARCHENO (BRESCIA) – Colpo di scena nelle indagini per l’omicidio di Mario Bozzoli, l’imprenditore della fonderia di Marcheno (Brescia) scomparso l’8 ottobre scorso. Secondo quanto scrive l’agenzia Ansa, Oscar Maggi, operaio della fonderia, e Giacomo Bozzoli, nipote dell’imprenditore scomparso, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Insieme a loro risultano indagate altre due persone, un altro operaio e un altro nipote di Bozzoli.

Giacomo Bozzoli, 30 anni, si sarebbe mosso con la sua Porsche Cayenne vicino alla fonderia tra le 19 e le 20 dell’8 ottobre, scrive Wilma Petenzi sul Corriere della Sera. Il fratello Alex, 36 anni, è stato invece immortalato dalle telecamere mentre stracciava alcuni documenti in ufficio.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti Bozzoli è scomparso dopo la telefonata alla moglie intorno alle 19:30 dell’8 ottobre, poi potrebbe essere stato gettato nel forno della fonderia.

Dieci giorni dopo è morto anche un operaio della fonderia di Marcheno, Giuseppe Ghirardini, avvelenato con il cianuro. Gherardini era l’addetto al forno che alle 19:40 dell’8 ottobre ebbe una fumata anomala, come spiegato da un altro operaio, Oscar Maggi.

Secondo quanto scrive Petenzi sul Corriere della Sera, anche la moglie di Bozzoli,

Irene Zubani, nel denunciare la scomparsa del marito Mario, ha fatto mettere a verbale che «gli operai dicevano di aver riavviato un sistema che era andato in allarme». La moglie ha denunciato anche «la situazione molto tesa in azienda» tra suo marito, il fratello Adelio e i nipoti, che stanno aprendo un’altra fonderia gemella di quella di Marcheno a Bedizzole, sempre nel bresciano. Suo marito aveva paura. Temeva «per i propri figli». Stava pensando ad una denuncia. Ma non ne parlava per vergogna. Accuse respinte dal fratello Adelio. (…) Secondo un artigiano che ha eseguito alcuni lavori, alcune delle fatture per la nuova fonderia di Bedizzole sarebbero state pagate da Mario Bozzoli”.

Gherardini aveva detto che la sera dell’8 ottobre in azienda non era successo nulla di strano. Avrebbe dovuto essere interrogato ancora, ma prima che succedesse è scomparso. L’ipotesi suicidio non ha mai convinto i familiari dell’operaio.

 

 

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