TORINO – “Sono stato io. Prima abbiamo preso un caffè, poi li ho uccisi”. Giorgio Palmieri, il convivente della ex domestica della famiglia Allione, ha confessato di aver ucciso le tre vittime nella casa di Caselle, in provincia di Torino, lo scorso 3 gennaio.
Un omicidio scaturito da una lite tra Palmieri e Claudio Allione, il primo ad essere brutalmente ucciso, prima che l’uomo, pregiudicato per piccoli reati, si accanisse anche contro la moglie Maria Angela Greggio e la nonna Emilia Campo Dall’Orto. Di fondamentale importanza per le indagini le parole di Maurizio Allione, figlio e nipote delle tre vittime.
Palmieri, 56 anni e pregiudicato, è il convivente della ex domestica degli Allione, allontanata dalla casa per aver rubato una catenina nella villetta. L’uomo ha confessato, durante l’interrogatorio condotto dai carabinieri di Torino, l’omicidio delle tre persone e di aver rubato dalla villetta 100 euro.
Tutto sarebbe iniziato da una discussione tra Palmieri a Allione, lite nata dalla richiesta di restituzione di un prestito di 500 euro che il convivente di Dorotea De Pippo aveva chiesto alle vittime. Palmieri era andato nella villetta “a scopo di rapina”: non solo non aveva i soldi con sé, ma dopo aver preso un caffè con la vittima si è allontanato con la scusa di andare in bagno per poter rubare nella villetta.
Sorpreso da Claudio Allione, Palmieri ha affermato un tagliacarte e lo ha aggredito: “Non avevo armi con me. Ho agito da solo”, ha detto. Dopo aver colpito 5 volte Allione, tre all’addome e due alle spalle, il killer ha aggredito Maria Angela, la moglie, ferendola al collo. Poi prima di fuggire, Palmieri ha ucciso anche la nonna Emilia, anziana con problemi alla vista e all’udito e potenziale testimone. Sul corpo della donna di 94 anni l’uomo ha posto un lenzuolo, simbolo di rispetto per il cadavere e di pentimento, tanto che agli inquirenti ha detto di essere dispiaciuto: “Povera nonnina, lei non doveva morire“.
L’omicida è poi fuggito a Torino da un amico ed è proprio lì che i carabinieri lo hanno trovato e prelevato nella notte tra 7 e 8 gennaio. L’uomo aveva evidenti ferite di arma da taglio alle mani e importanti per stanarlo sono stati i tabulati delle telefonate dell’uomo nei giorni precedenti il weekend.
Arrestato dai carabinieri, Palmieri è apparso sollevato dopo aver confessato il crimine. “Ho agito da solo”, ha ripetuto più volte l’uomo che dopo il raptus ha avuto la lucidità di nascondere le tazzine da caffè su cui avrebbe potuto esserci il suo Dna. Ma per gli inquirenti gli assassini di questo efferato delitto potrebbero essere due e proprio la posizione di Dorotea, la compagna, rimane al vaglio degli investigatori.
Maurizio, il figlio di Claudio e Maria Angela, è scoppiato in lacrime alla notizia dell’arresto di Palmieri. “Sono contento. Grazie ai carabinieri. Ho capito il lavoro che hanno dovuto fare”, ha detto il giovane, sconvolto per la perdita della sua famiglia.
Il contributo alle indagini di Maurizio è stato “fondamentale” per risolvere il giallo del triplice omicidio, ha spiegato il Tenente Colonnello Domenico Mascoli, comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Torino: “Grazie al sopralluogo del Ris siamo riusciti a restringere il campo, ma per individuare il responsabile è stato fondamentale l’aiuto del figlio delle vittime”.
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