Omicidio di via Poma, Raniero Brusco in aula: “Non sono tranquillo”

La vittima Simonetta Cesaroni

Il processo a Raniero Busco per l’omicidio di via Poma dell’ex fidanzata Simonetta Cesaroni, iniziato nella mattinata di mercoledì, è stato rinviato al prossimo 16 febbraio. Il procedimento a Busco, rinviato a giudizio lo scorso novembre, si celebra davanti alla Terza Corte d’Assise di Roma.

«Se io sono tranquillo? È una parola grossa». Questo è quanto dichiarato da Raniero Busco, avvicinato dai cronisti, a margine della prima udienza. L’accusato non ha risposto ad altre domande ma a chi gli faceva notare che la moglie, Roberta Milletarì, era con lui in aula ha risposto: «È importante avere una donna così». E proprio la moglie, Roberta Milletari, ha voluto parlare con i cronisti presenti: «Sono arrabbiatissima per questa vicenda ma molto combattiva». La donna ha detto inoltre che gli ultimi tre anni «sono stati massacranti: mi auguro che oggi sia l’inizio della fine. Non abbiamo paura, non ci dobbiamo nascondere da nulla, la verità verrà fuori».

La moglie dell’imputato ha affermato che «è l’innocenza che ci fa andare avanti». Milletari ha spiegato di conoscere Busco dal 1991 e di essersi sposata con lui nel 1998. «Abbiamo due figli gemelli di otto anni – ha spiegato – a cui abbiamo dovuto fare alcuni accenni della vicenda del padre». A chi gli chiedeva come i figli avessero reagito a questa vicenda, la donna ha risposto: «Uno dei miei figli mi ha chiesto come mai Simonetta si trovava da sola lì in quel giorno».

Simonetta Cesaroni fu uccisa con 29 coltellate il 7 agosto del 1990, a 21 anni. Il suo cadavere fu ritrovato nell’ufficio dove lavorava come segretaria. I sospetti caddero prima su un giovane che abitava nel palazzo, Federico Valle, e poi su Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile, entrambi scagionati dagli accertamenti. Nel 2008 i pm romani avevano chiesto nuovi accertamenti su Busco, viste anche le nuove tecniche di indagine a disposizione. Stamani la corte ha ammesso la costituzione del Comune di Roma come parte civile nel processo.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie