ROMA – Raimondo Caputo, detto Titò, è stato condannato all’ergastolo dalla quinta sezione della Corte d’Assise per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni, morta il 24 giugno del 2014 dopo essere stata scaraventata dall’ottavo piano di un edificio del Parco Verde di Caivano.
Caputo era accusato anche di aver abusato sessualmente della stessa Fortuna e di due delle tre figlie minori della ex compagna, Marianna Fabozzi; quest’ultima, imputata per non aver impedito gli abusi, è stata condannata a dieci anni.
I giudici – presidente Alfonso Barbarano e a latere Annalisa De Tollis – hanno dunque riconosciuto l’ipotesi dell’accusa che si basava quasi esclusivamente sulle testimonianze di due delle tre figlie di Marianna Fabozzi, di 12 e 4 anni. Entrambe, nel corso dell’incidente probatorio tenuto nel maggio del 2016 ad Aversa (Caserta) negli uffici della Procura di Napoli Nord, avevano raccontato degli abusi cui le sottoponeva Caputo, con l’acquiescenza della madre; la più grande, amichetta del cuore di Chicca, aveva inoltre ricostruito ciò che accadde il 24 giugno 2014.
“Lui la violentava, lei dava calci. Ho sentito il suo urlo” raccontò la primogenita della Fabozzi, ricordando di aver visto quel giorno Chicca e Titò salire all’ottavo piano e di come lei li avesse seguiti scoprendo quanto accaduto. Un racconto risultato decisivo per gli inquirenti a fronte dei tanti depistaggi posti in essere subito dopo l’omicidio dagli inquilini dello stabile di Parco Verde in cui vivevano, separati da un piano, le famiglie Loffredo e Fabozzi.
“Gli adulti hanno ostacolato le indagini, i piccoli hanno permesso una svolta” ha sentenziato il procuratore aggiunto di Napoli Nord, Domenico Airoma, che ha coordinato l’inchiesta sull’omicidio di Fortuna.