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Omicidio Giulia Tramontano, in aula parla l’altra ragazza di Alessandro Impagnatiello: “Volevo aiutarla”

Durante la terza udienza del processo contro Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha parlato la 23enne italo-inglese con cui il killer aveva intrecciato una relazione parallela. La donna ha parlato protetta da un paravento: “Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo”. La ragazza ha poi spiegato più volte degli “inganni” di Impagnatiello e ha pianto a tratti durante la deposizione. L’imputato invece era dietro le sbarre con la testa abbassata.

“Fin dall’inizio – ha spiegato – ha detto che non era il padre del bambino e che aveva fatto il test del Dna. Gli avevo chiesto di farmelo vedere per confermare se diceva la verità. Quando ho visto il test, ci ho creduto. Lui aveva detto che lei era da sola e non stava bene, che aveva provato a farsi del male e perciò lui era preoccupato”.

“Quando sono andata in viaggio a maggio – ha continuato – lui mi ha prestato il suo tablet e lì ho trovato il file del test del Dna. Ho visto la cronologia delle sue ricerche e ho trovato le immagini per creare il documento. Ho visto anche nelle mail il file Excel per fare il documento”. Da lì la decisione della ragazza di non dire niente per raccogliere “altre prove” così da non consentirgli di continuare a mentire. “Avendo già mentito la prima volta, non volevo che creasse un’altra storia per coprirsi – ha detto ancora -. Ho aspettato di vedere come agire”. Quando il pm Alessia Menegazzo le ha poi chiesto della gravidanza avuta con Impagnatiello e della successiva decisione di abortire, la ragazza si è commossa e ha avuto bisogno di qualche secondo prima di rispondere. 

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