Omicidio in Comune, la moglie dell’assassino: “Mio marito è la vittima”

«Si sentiva perseguitato, si riteneva vittima di un’ingiustizia. Quel licenziamento gli procurò un malessere che mio marito non ha più superato. L’hanno ammazzato nel 2002 quando lo misero fuori dal Comune». E’ quanto avrebbe detto agli investigatori della squadra mobile di Pistoia, la moglie di Silvano Condotti, l’ex autista di autobus di Montecatini Terme che giovedì ha ucciso una dirigente del Comune, Giovanna Piattelli, e poi si è suicidato.

Tuttavia, secondo quanto riferisce l’Ansa sul acconto fatto alla polizia dalla moglie dell’omicida-suicida, Silvano Condotti non le avrebbe mai manifestato l’intenzione di voler uccidere coloro che riteneva i responsabili del suo licenziamento, tra cui la dirigente Piattelli e l’ex sindaco Ettore Severi.

Dagli accertamenti della polizia è anche emerso che la pistola, calibro 45 e di fabbricazione americana, usata per uccidere la funzionaria e poi suicidarsi, era regolarmente detenuta da Condotti grazie a un’autorizzazione ottenuta nel 2002, pare per poter praticare il tiro al bersaglio al poligono.

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