Omicidio Juan Cecilia Loayza, il killer ha registrato tutto sul cellulare: “Volevo tenere la sua voce per ricordo”

Ha registrato con il suo cellulare gli ultimi 53 minuti di vita di Juana Cecilia Loayza, la donna che ha ucciso e che è accusato di aver anche violentato. E’ quanto emerge dagli atti su Mirko Genco, fermato sabato dai carabinieri di Reggio Emilia, ex compagno della 34enne peruviana che in passato aveva perseguitato.

Dalla registrazione, conclusa alle 3.05, ci sono riscontri al racconto fatto nella confessione. Genco l’ha registrata da quando l’ha raggiunta in un locale: “Volevo tenere la sua voce per ricordo – ha detto – perché quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui l’avrei vista perché sua madre non voleva che ci vedessimo”.

Un mese fa il patteggiamento 

Genco rischia l’ergastolo. Deve rispondere di omicidio pluriaggravato (futili motivi, minorata difesa della vittima e recidiva per lo stalking nei confronti della stessa donna), violenza sessuale, porto abusivo d’armi, violazione di domicilio e appropriazione indebita delle chiavi utilizzate per salire nell’abitazione di lei e prendere il coltello col quale poi successivamente l’ha colpita alla gola.

Poco più di un mese fa, il giovane aveva ottenuto il patteggiamento a due anni, pena sospesa con la condizionale, dopo essere stato arrestato con l’accusa di atti persecutori proprio nei confronti della stessa Cecilia.

La raccolta fondi per il figlio

La donna lascia orfano un figlio piccolo di appena un anno e mezzo, nato da una precedente relazione con un uomo col quale conviveva nella stessa abitazione, poco distante dal parco dov’è stata uccisa. Dopo la fine della relazione, un decreto del tribunale di Reggio Emilia aveva affidato il bambino a entrambi i genitori, in modo condiviso, e collocato a casa della madre, col padre tenuto a versare un assegno per il mantenimento. Ora è rimasto assieme alla nonna materna che qualche mese fa era arrivata in Italia dal Perù per aiutare la figlia. Ma ci si preoccupa per il suo futuro.

In città è partita una raccolta fondi e i servizi sociali del Comune di Reggio Emilia si stanno occupando del caso, mentre gli avvocati Federico de Belvis e Francesca Guazzi che tutelano il padre del bambino lanciano un appello: “Il padre non si è mai sottratto dalla responsabilità genitoriale che ora affronterà con ancor maggiore dignità e forza morale. Il bambino continuerà ad essere tutelato in tutte le sedi opportune. L’auspicio è quello di una collaborazione tra i familiari più prossimi, confidando nel supporto delle istituzioni”.

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