Omicidio Meredith: famiglia, giustizia per vittima dimenticata

PERUGIA, 3 SET – Chiede ''giustizia per una ragazza alla quale nessuno pensa piu''' la famiglia di Meredith Kercher alla vigilia della fase finale del processo d'appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox che riprende lunedi' a Perugia. ''Per favore non lasciate che Meredith sia morta invano'' l'appello lanciato da Stephanie, la sorella di Meredith.

Parole contenute in una lettera inviata all'avvocato Francesco Maresca che, insieme a Serena Perna, rappresenta come parte civile la famiglia Kercher. Questa sara' di nuovo a Perugia il giorno della sentenza del processo d'appello a Sollecito e alla Knox, che stanno scontando in carcere condanne a 25 e 26 anni di reclusione per un delitto al quale si continuano a proclamare innocenti (16 anni e' la pena ormai definitiva per Rudy Guede). ''I familiari di Meredith confidano nella conferma della pronuncia di primo grado'' ha detto oggi l'avvocato Maresca. I congiunti della studentessa sono pero' rammaricati ''perche' nessuno sembra pensare piu''' alla giovane. ''Sentono ormai parlare solo – ha aggiunto il legale – degli imputati, di Dna e di coltelli''. E la stessa Stephanie a spiegare che i congiunti di Meredith hanno appreso ''con grande preoccupazione'' le notizie sulle tracce genetiche al centro dell'inchiesta sull'omicidio i cui risultati sono stati ritenuti ''non attendibili'' dai periti della Corte d'assise d'appello. ''E' estremamente difficile comprendere – ha affermato Stephanie – come le prove che erano state acquisite con cura e presentate nel processo di primo grado come valide possano rischiare adesso di diventare irrilevanti''.

La famiglia Kercher in questo momento ha voluto pero' soprattutto ricordare ''chi riguarda questo caso''. ''Mia sorella – e' detto ancora nella lettera -, una figlia portataci via brutalmente quasi quattro anni fa. Per favore ricordate la nostra bella Meredith''. Stephanie ha chiesto pero' di non dimenticare ''anche tutte le altre prove che sono state presentate in questo processo''.

Per la sorella, ''in mezzo a tutta la frenesia dei media, Meredith e' stata dimenticata'', mentre invece tutto dovrebbe essere fatto ''per capire che cosa e' realmente accaduto quella tragica notte''. ''Noi non l'abbiamo dimenticata – ha aggiunto – e continueremo la nostra lotta perche' giustizia sia fatta. Vorremo poi avere l'opportunita' di lavorare con l'Universita' di Perugia su un progetto che offra un posto di studio annuale ad uno studente in memoria di Meredith. Lei amava l'Italia ed il suo popolo, voleva immergersi nella cultura italiana''.

''Il suo coraggio e la sua forza – ha ribadito Stephanie parlando della sorella – continuano a lottare e noi cercheremo giustizia affinche' possa riposare in pace. Lei non smise di lottare il primo novembre (del 2007, la sera dell'omicidio – ndr), e noi non smetteremo adesso''. Intanto lunedi' si torna in aula ancora con i periti della Corte che risponderanno alle domande delle parti civili e delle difese. Poi sara' la volta dei consulenti genetici e quindi potrebbe cominciare la discussione. La sentenza arrivera' tra la fine del mese e l'inizio di ottobre.

Sollecito l'attende sereno, preparandosi a un esame universitario. Con il pensiero rivolto comunque al processo nel quale la sua difesa e quella della Knox chiederanno l'assoluzione. Per gli ex fidanzati e per la famiglia Kercher il momento della verita' e' ormai vicino.

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