Omicidio Meredith, per la Corte il coltello non è l’arma del delitto

PERUGIA, 15 DIC – Non e' l'arma usata per uccidere Meredith Kercher il coltello da cucina sequestrato in casa di Raffaele Sollecito. Lo sostiene la Corte d'assise d'appello di Perugia nelle motivazioni della sentenza con la quale ha assolto il giovane pugliese e Amanda Knox dall'accusa di avere ucciso la studentessa inglese.

Secondo i giudici ''se si prescinde dalle analisi genetiche'', ma i loro periti hanno giudicato non attendibili i risultati della polizia scientifica, ''viene in realta' meno qualsiasi elemento obiettivo significativo della ritenuta utilizzazione del coltello'' per il delitto. La lama e' stata ritenuta compatibile – si ricorda nelle motivazioni – con la ferita maggiore riscontrata sul corpo della Kercher ma non con le altre lesioni. Sul coprimaterasso in camera della vittima – scrivono i giudici – ''e' stata rilevata una impronta di sangue corrispondente chiaramente a un coltello di minori dimensioni''. ''Non e' stata data alcuna prova'' poi all'ipotesi accusatoria che la Knox portasse il coltello in borsa per ragioni di difesa personale ma secondo la Corte di secondo grado ''a rendere del tutto inverosimile, secondo un criterio di normalita', che il coltello sia stato l'arma del delitto e' la considerazione delle modalita' del suo rinvenimento: nel cassetto della cucina di Sollecito insieme alle altre posate di uso domestico''.

''E' davvero verosimile – scrivono i giudici – che due giovani sconvolti certamente da quanto accaduto, trattandosi comunque di due giovani normali, 'bravi' addirittura si dovrebbe dire, dopo avere partecipato a si' barbaro assassinio abbiano avuto non solo la mente fredda e diabolica di non disfarsi del coltello ma riporlo insieme alle altre posate nella cucina dalla quale era stato preso, ma anche la durezza d'animo (e di stomaco) di continuare a servirsi di tali posate, forse anche del medesimo coltello, per prepararsi i pasti nei giorni successivi al delitto?''.

Gestione cookie