ROMA – ''La svolta nelle indagini sull'omicidio di Serena Mollicone dimostra ancora una volta che il profilo criminale da noi tracciato era esatto''. A dirlo è il criminologo Carmelo Lavorino, che fece parte del pool difensivo del carrozziere Carmine Belli, assolto in via definitiva nel 2006 dall'accusa di aver ucciso la diciottenne di Arce. Un dossier venne in seguito consegnato alla magistratura.
''Tracciammo un profilo comportamentale del soggetto che aveva compiuto il delitto – spiega Lavorino -, con le caratteristiche che avrebbe necessariamente dovuto avere per fare ciò che aveva fatto: caratteristiche ambientali e territoriali. E poi ipotizzammo perche' avesse scelto di far morire Serena e non di salvarla''.
Secondo Lavorino, le due piste alternative individuate dalla Procura di Cassino, che ha indagato cinque persone, – quella dell'ex fidanzato della ragazza con la sua famiglia e quella dei carabinieri – ''erano due degli scenari proposti, assieme ad altri''.
Il criminologo parla di ''omicidio in seguito a litigio, con movente di autoconservazione, fatto per tacitare un testimone'', cioè la stessa vittima. Secondo Lavorino, tutte le persone ora indagate vennero già sottoposte all'epoca al test del Dna, ma con le tecniche attuali, più evolute, l'esame potrebbe dare un risultato diverso.