Omicidio Mollicone, il padre: "Uccisa perchè denunciò giro di droga"

ROMA, 27 GIU – ''Ad uccidere Serena sono stati quelli che avrebbero dovuto garantire l'ordine e sicurezza, sono quelli in cui Serena aveva riposto la sua fiducia e proprio a loro si era rivolta per denunciare lo spaccio di droga in paese''. Guglielmo Mollicone parla del possibile movente che avrebbe portato gli assassini ad uccidere la studentessa nel 2001.

A spacciare, secondo Guglielmo Mollicone, ''era Marco Mottola, figlio dell'allora maresciallo dei carabinieri Franco Mottola'', oggi entrambi iscritti nel registro degli indagati. E cosi' leggendo e rileggendo il padre di Serena ha rimesso a posto tutti i tasselli, anche quello del suicidio di Santizzo Tuzzi, brigadiere dei carabinieri e ''dell'omerta' dei tanti testimoni'' che videro quella mattina sua figlia, ma alcuni tacquero ed altri cambiarono versione. Quindi Guglielmo Mollicone oggi ribadisce la sua versione.

''Da qualche tempo Serena – ricorda – voleva andare a denunciare Marco Mottola per spaccio di droga. E quella mattina ando' in caserma, ma invece di entrare negli uffici fu fatta salire all'ultimo piano, dove si trovava l'appartamento del maresciallo Mottola, come testimonio' Santino (il carabiniere trovato suicida), il quale lavoro' fino alle 14 e non la vide scendere. Da allora Serena non e' stata piu' vista''.

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