ROMA – Sei persone, arrivate fino all’Idroscalo di Ostia a bordo di tre auto e una moto. Due hanno preso Pier Paolo Pasolini e l’hanno ucciso. E’ quello che Pino Pelosi, in qualità di testimone, ha raccontato in procura a Roma sulla notte in cui morì lo scrittore: il 2 novembre 1975.
Rispondendo alle domande del pm che si occupa della nuova inchiesta sulla morte di Pasolini, Pelosi ha affermato che la notte del 2 novembre “c’erano tre automobili, una motocicletta e almeno sei persone, ma non sono in grado di dire chi fossero. Oltre all’Alfa Gt di Pasolini, c’era una Fiat 1300 e un’altra Alfa identica a quella di Pier Paolo”.
“Presumo che sulla motocicletta – ha aggiunto – ci fossero i fratelli Borsellino, perché li avevo visti seguirci lungo tutto il tragitto dalla stazione Termini ad Ostia, ma non posso esserne certo”.
Pelosi ha ricordato che quella notte “era buio pesto e ho visto solamente i mezzi arrivare sul posto, poi due persone prendere Pasolini e trascinarlo fuori dall’abitacolo. In un primo momento sono riuscito ad allontanarmi, fuggendo. Da dove mi trovavo sentivo Pier Paolo gridare e chiedere aiuto, ma nulla di più”.
Per Pelosi nell’auto di Pasolini, sotto al tappetino, “c’erano 3 o 4 milioni di lire. Denaro che non venne ritrovato insieme alla vettura”.