Omicidio Roveredo, l’avvocatessa dei diritti delle donne, Rossana Rovere, non difende l’uomo che ha ucciso la compagna.
L’avvocatessa Rossana Rovere si è rifiutata di difendere l’uomo che ha ucciso la compagna a Roveredo in Piano. Non poteva, lei, che ha speso una vita (e una carriera) in difesa delle donne, provare a difendere un reo confesso di femminicidio.
Non poteva, nonostante conoscesse il presunto assassino di Aurelia Laurenti. Nonostante lui l’abbia indicata come avvocato di fiducia. Non solo perché si conoscevano, probabilmente, ma anche perché lei è considerata uno dei migliori avvocati della provincia di Pordenone. Ma lei ha detto no per seguire la propria coerenza.
Rossana Rovere ha preferito essere fedele ai propri principi piuttosto che avere un lavoro in più. Non solo, un lavoro che avrà inevitabilmente risalto mediatico (almeno nella comunità locale friulana).
Omicidio Roveredo: l’avvocatessa Rossana Rovere rinuncia a difendere il killer
L’avvocatessa Rossana Rovere ha rinunciato alla difesa dell’uomo che avrebbe confessato di aver ucciso la compagna Aurelia Laurenti. L’omicidio è avvenuto nella notte a Roveredo in Piano (Pordenone). Rovere ha lo studio a Pordenone e è stata presidente dell’Ordine degli avvocati della provincia di Pordenone.
L’uomo aveva scelto come proprio difensore l’avvocato Rovere, legale da tempo impegnata nella difesa dei diritti delle donne. Quando la Questura l’ha chiamata, lei ha declinato la difesa. L’avvocato ha precisato di non poter accettare l’incarico dopo una vita e una carriera spese a promuovere la tutela dei diritti delle donne.
“Non posso difenderlo, io sono dall’altra parte”
“Io proprio non posso essere l’avvocato che assiste, io sono tutta dall’altra parte. Ora è stato nominato come difensore l’avvocato Ernesto De Toni del Foro di Padova”. Così l’avvocatessa Rossana Rovere spiega all’Agi la sua rinuncia alla difesa del presunto assassino della compagna.
L’uomo aveva scelto lei come proprio difensore, ma il patrocinio è stato rifiutato “in quanto da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne”. “Ho rinunciato – dice all’Agi – perché proprio non me la sento, io sono proprio tutta dall’altra parte” ribadisce. “Tra l’altro – aggiunge – proprio ieri ho ottenuto una vittoria importante in Cassazione per un riconoscimento della responsabilità dello Stato italiano nei confronti di donne vittime di violenza e quindi ho rinunciato, ho rinunciato perché incompatibile”. Il legale aggiunge anche di conoscere bene il presunto omicida: “Lo conosco come infermiere perchè aveva curato mia madre”. (Fonte Agi)