Omicidio a Roveredo (Pordenone): accoltella la compagna e si costituisce con le mani sporche di sangue.
Ancora un femminicidio, stavolta a Roveredo in Piano (Pordenone), dove l’autore dell‘omicidio si è costituito con le mani ancora sporche di sangue. Aveva appena ucciso la compagna a coltellate. Un’altra donna morta nei giorni in cui si celebra la giornata contro la violenza sulle donne.
E, come spesso accade in questi delitti familiari, la comunità locale è incredula. “Erano brave persone”, “una famiglia normale”, e le solite frasi di cui sono piene le pagine di cronaca nera. I due avevano due figli, 8 e 3 anni, che per fortuna erano a casa dei nonni durante l’omicidio.
Omicidio Roveredo: killer si costituisce con le mani sporche di sangue
E’ giunto in Questura con le mani ancora sporche di sangue. Aveva appena ucciso la compagna con numerose coltellate al collo. E ha confessato l’omicidio. La vittima aveva 34 anni, l’omicida uno di meno. I poliziotti lo hanno arrestato con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
Gli agenti si sono immediatamente recati nell’abitazione indicata dall’uomo. E lì hanno trovato il cadavere della donna.
I bambini erano dai nonni durante il delitto
La donna uccisa dal compagno si chiama Aurelia Laurenti, aveva 32 anni ed era mamma di due bambini di 8 e 3 anni. Figli che avrebbe avuto proprio dal reo confesso. I piccoli non hanno assistito alla tragedia perché, da quanto si è appreso, erano dai nonni materni, che abitano in un paese poco distante.
L’assassino, che si è costituito in Questura a Pordenone, ha 33 anni, ed è originario di Cosenza. Si era trasferito in Friuli molti anni fa. Insieme con la compagna era andato a vivere a Roveredo nel 2013, nella villetta dove attorno a mezzanotte è avvenuta la tragedia.
Il sindaco di Roveredo: “Niente di strano nella coppia”
“Una tragedia immane, che non possiamo spiegarci. Come istituzioni non avevamo notizia di alcun tipo di problema. Siamo attoniti e addolorati”. Lo ha affermato, all’Ansa, il sindaco di Roveredo in Piano (Pordenone), Paolo Nadal, in riferimento al femminicidio avvenuto in un’abitazione di via Martin Luther King, nella cittadina che sorge alle porte del capoluogo provinciale.
“Secondo quanto ho potuto ricostruire dai miei collaboratori – ha aggiunto -, la coppia si era stabilita in città nel 2013: avevano scelto di vivere nel quartiere che nei primi anni Duemila ha ospitato i militari della Base Usaf di Aviano e che poi era stato riconvertito. Ripeto: nessuna segnalazione di rapporti anomali, nemmeno dai Servizi sociali”.
Il sindaco ha avvisato in prima persona le maestre della scuola frequentata dai figli: “La coppia aveva due bambini piccoli e mi sembrava doveroso – ha fatto sapere – che le docenti lo sapessero per prime, per preparare psicologicamente i compagni di classe. Il clima da noi oggi è surreale”. (Fonte Ansa)