Omicidio di Sanremo: Nicola Trazza dal carcere si difende: “Non ho ucciso io il mio amico”

”Non sono stato io ad uccidere Giovanni. C’era qualcuno che ci inseguiva in scooter. Abbiamo lasciato il motorino accanto al marciapiede e siamo scappati in due direzioni diverse. Quando sono tornato, lui era morto”. Si difende così Nicola ‘Niki’ Trazza, 25 anni, di Praia Mare (Cosenza), accusato di aver ucciso con un colpo di pistola al petto il suo amico di infanzia Giovanni Isolani, 21 anni, nativo di Sapri (Salerno) ma residente anch’egli a Praia Mare, freddato, nel pomeriggio di ieri, all’interno del negozio ‘Ortofrutta’, di strada San Martino, a Sanremo.

Parlando in carcere nel pomeriggio con il suo legale, l’avvocato Luigi Patrone, Nicola Trazza ha raccontato la propria verità. Ha detto che stavano scendendo da via Repubblica in scooter e che c’erano altri due che li inseguivano in motorino. Giovanni e Nicola si sono divisi, quindi sono scappati in direzioni opposte. Pensavano che uno degli inseguitori fosse armato. ”Al mio ritorno – ha, poi, detto al suo difensore – Giovanni era morto. Così, in preda al panico sono scappato di nuovo”.

L’unico testimone oculare, il commesso del negozio, a quanto pare non avrebbe riconosciuto in Nicola l’aggressore di Giovanni. Sembra, infatti, come da lui affermato, che il killer avesse il volto coperto, forse da un passamontagna o da una sciarpa o un maglione a collo alto. A questo punto, anche i filmati delle telecamere potrebbero – secondo la difesa – non essere più prove così schiaccianti, perché sì che Nicola è stato visto scappare, ma non è stato ripreso nell’intento di uccidere.

Oggi alle 15, il medico legale Francesco Traditi dell’Asl 1 Imperiese ha fatto l’autopsia della vittima. Il primissimo esito della perizia, che si e’ conclusa intorno alle 19, è che Giovanni è stato attinto da un solo colpo di pistola, calibro 6,35, che gli ha danneggiato i due polmoni e il cuore, sfiorando l’aorta. La vittima sarebbe morta, praticamente, all’istante. L’ogiva del proiettile è stata recuperata e consegnata agli investigatori, che sono già in possesso del bossolo.

Giovanni Isolani era salito dalla Calabria, un mese fa, con l’intento di raggiungere il suo amico di infanzia, per trovare un lavoro in Riviera. Con lui era giunta anche la fidanzata. Nicola, invece, era arrivato a Sanremo quattro mesi prima ed era andato ad abitare dalla madre, che abita da sempre nella città dei fiori, in un appartamento al quinto piano di una palazzina di via Galileo Galilei, un quartiere popolare di Sanremo.

I quattro vivevano nello stesso appartamento. Nicola lavorava saltuariamente nel campo dell’edilizia; Giovanni, invece, era in attesa di occupazione. Il primo aveva piccoli precedenti per droga e la Questura di Cosenza aveva emesso nei suoi confronti due provvedimenti: un Avviso Orale e un ‘Daspo’, il divieto di ingresso allo stadio. Domattina dovrebbe essere trasmessi tutti gli atti alla procura e, nel tardo pomeriggio, presso il carcere di Valle Armea dovrebbe tenersi l’udienza di convalida dell’arresto, alla presenza del gip Maria Grazia Leopardi e del pubblico ministero, Antonella Politi, che oggi ha incaricato l’ispettore Giovannino Roggio del Gabinetto regionale di Polizia scientifica di effettuare una perizia balistica. Determinante, a questo punto, per la soluzione del caso, sarà la prova dello ‘stub’, con il quale si saprà, se la mano di Nicola ha sparato oppure no.

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