Omicidio Sarah Scazzi, Cassazione: “Michele Misseri merita ergastolo e isolamento”

“Così come appare nella sua emergenza materiale, l’uccisione di questa giovanissima ragazza pugliese da parte dello zio che la avrebbe anche violentata dopo averla uccisa, è sanzionata dalla legge con la pena dell’ergastolo con isolamento diurno, perchè si tratta di un delitto pluriaggravato e molto anomalo”. Lo hanno detto fonti della Cassazione esperte del settore penale e dei crimini contro la persona a proposito della condanna che la legge prevede a carico di un omicida confesso come Michele Misseri, l’uomo che ha ucciso la nipote quindicenne Sarah Scazzi abusando di lei dopo la morte.

“La scelta del rito abbreviato – proseguono le fonti della Cassazione che ritengono assai probabile la scelta di questo rito da parte di chi difenderà Misseri – potrebbe eliminare dalla condanna al carcere a vita solo l’afflizione dell’isolamento diurno, il ‘fine pena mai’ rimarrebbe comunque qualora risultasse la piena imputabilità dell’omicida responsabile di questo grave delitto”.

Invece se emergesse, durante l’incidente probatorio, che Misseri “non era pienamente capace di intendere e volere mentre uccideva, allora potrebbero venirgli concesse delle attenuanti che escluderebbero l’ergastolo e si scenderebbe a una condanna attorno ai 20 anni di reclusione”. Queste attenuanti potrebbero scattare, ad esempio, se “si scoprisse che l’imputato ha subito egli stesso violenza durante l’adolescenza”.

Per quanto riguarda la violenza sulla nipote ormai priva di vita, le fonti della Cassazione osservano che “si tratta di casi conosciuti nei manuali della casistica processuale come delle abnormità che, per questo, spesso, impongono una verifica sulle capacità mentali dell’imputato”. Questo delitto è “anomalo” non tanto “per il rapporto di parentela che legava vittima e omicida, ma per la circostanza della violenza successiva che indica una personalità particolare in chi la ha compiuta o che qualche cosa di estremamente grave è esploso nella sua mente in quel momento”.

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