ROMA – L’omicidio stradale è legge: con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, 24 marzo, del testo definitivo, chi provocherà la morte di una persona mentre è alla guida della propria auto subirà pene estremamente elevati, ai confini della costituzionalità.
Al palo, però, non ci sono solo i pirati della strada, ma anche coloro che commettono infrazioni molto più comuni, per le quali, spesso, la stessa polizia chiude un occhio in assenza di pericolosità. Le nuove sanzioni infatti scatteranno anche per chi sorpassa con la striscia continua o dove ci sono le strisce pedonali. Il che pone già numerosi problemi e interrogativi: che succede se le strisce non sono visibili, cosa tutt’altro che remota nella realtà delle nostre strade? Di qui la necessità di garantire almeno indagini serie.
Come scrive La Legge per Tutti,
la legge sull’omicidio stradale, in particolare, prevede la reclusione da cinque a dieci anni nei confronti del conducente di un veicolo a motore che, passando con il semaforo rosso oppure circolando contromano, cagioni ad altri lesioni gravi o gravissime. Dunque, nonostante la legge parli di “omicidio (stradale)”, in questo caso il carcere scatta anche in assenza di morte del danneggiato, che non deve essere necessariamente un altro conducente, ma ben potrebbe essere anche un pedone: l’attraversamento dell’incrocio nonostante la luce semaforica rossa è sanzionato con la più elevata delle sanzioni.
Non è tutto.
La nuova legge prevede la stessa pena della reclusione da cinque a dieci anni nei confronti di chi, a seguito di manovra di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi o a seguito di sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua, cagioni per colpa la morte di una persona.
Come si intuisce facilmente dalla dizione della legge, in questo caso, la condizione necessaria affinché scatti il carcere è l’aver procurato la morte di una persona. Circa poi le modalità con cui l’evento può essersi verificato, la norma indica alcune condotte purtroppo abbastanza comuni nei conducenti:
inversione di marcia nelle vicinanze o all’altezza di un incrocio o di altra intersezione stradale;
inversione di marcia in presenza di curve o dossi;
sorpasso in corrispondenza alle strisce pedonali;
sorpasso in presenza di linea continua di mezzeria.