ROMA – Omicidio stradale è reato, ma per chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe ed è neopatentato o autista di pullman le pene sono anche più dure: fino a dodici anni di reclusione.
La legge sull’omicidio stradale è entrata in vigore il 26 marzo scorso, e già si sono segnalati alcuni arresti per questo reato. Chi fa un incidente nel quale perde la vita qualcuno rischia da due a sette anni di reclusione. Ma ci sono poi le aggravanti, come spiega Davide Vicedomini sul Messaggero Veneto.
“Per i neo patentati e i conducenti di pullman e bus, pizzicati con valori dell’etilometro superiori a 0,8 gr/l, si prevede l’arresto in flagranza e una pena dagli 8 ai 12 anni di reclusione. Stessa detenzione anche per chi non è neo patentato e ha superato il limite dell’1,5gr/l. Per conseguire la patente dopo la revoca sarà inoltre necessario attendere 15 anni, 20 in caso di condanna precedente e 30 in caso di fuga”.
Tra le casistiche contemplate dal reato di omicidio stradale ci sono quelle che riguardano la morte di qualcuno mentre si è alla guida con velocità oltre il doppio di quella consentita in strada urbana e oltre i 50 chilometri orari superiori al limite in strada extraubrana, ma anche l’attraversamento con semaforo rosso, l’inversione di marcia vicino ad una curva e il sorpasso in prossimità di attraversamenti pedonali.
Ecco il parere di Paolo Cestra, dirigente della Polstrada di Udine, interpellato dal Messaggero Veneto:
“La norma può rappresentare un deterrente. Ma per evitare gli incidenti stradali occorre anche un lavoro a monte, fatto di informazione ed educazione tra gli studenti delle scuole. Anche quest’anno daremo il via al progetto Icaro coinvolgendo le classi quarte e quinte delle scuole superiori”.