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Omicidio Vannini, l’avvocato della famiglia: “Quando Ciontoli ha parlato in aula temevo una reazione della madre di Marco”

Omicidio Vannini, Gnazi (legale della famiglia): “L’imputazione per i familiari di Ciontoli è dovuta al comportamento successivo allo sparo, che ha ritardato i soccorsi”.

L’avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia di Marco Vannini, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle condanne in appello-bis per Antonio Ciontoli e per i suoi congiunti.

“Questo è unicum che non credo abbia precedenti, estremamente complesso sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto il profilo della ricostruzione del fatto.

L’imputazione per i familiari di Ciontoli è dovuta al comportamento successivo allo sparo, che ha ritardato i soccorsi per Marco Vannini.

E’ stato appurato che hanno agito per tutelare se stessi, a costo di far morire quel ragazzo.

La pressione mediatica non credo abbia influenzato il processo.

L’attenzione c’è stata di fronte a quelle che sono apparse delle bugie piuttosto evidenti.

Se la pressione mediatica ha pesato, ha pesato per stimolare un’attenzione maggiore nel leggere le carte.

Prima c’era stata una disattenzione rispetto alla ricostruzione dei fatti e questo non potevamo accettarlo.

Ho detto grazie mille volte Federica Sciarelli e la sua trasmissione che non ci hanno mai lasciato soli.

La nostra preoccupazione è stata soprattutto che l’episodio fosse derubricato come incidente domestico.

Ho visto che tanti si sono schierati dalla nostra parte e ho notato degli schieramenti avversi di numero inferiore, ma di qualità preoccupante”.

Sul discorso di Antonio Ciontoli in aula

“Avevo il timore che ci fossero delle reazioni comprensibili da parte di Marina, la mamma di Marco, quindi ho cercato in via preventiva di evitarlo colloquiando con lei.

Devo dire però che abbiamo semplicemente parlato e Marina è stata serena, penso abbia assistito a cose peggiori.

L’immagine di Marina è quella di una donna che da 5 anni e mezzo va sempre a trovare il figlio ogni volta che può, che ha il telefono del figlio ancora accesso, gli manda i messaggi dal piano di sopra, scende al piano di sotto e risponde i messaggi che gli scrive” ha concluso il legale della famiglia Vannini. (fonte RADIO CUSANO CAMPUS)

 

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