X

Il “killer camorrista” Spagnuolo si racconta: “Che bello uccidere”

di Maria Elena Perrero |29 Marzo 2012 12:40

NAPOLI – “Bello uccidere: una sensazione di onnipotenza”: Annalisa De Simone sul Corriere della Sera riporta la testimonianza di Oreste Spagnuolo, “killer camorrista”, scrive il Corriere, che ha deciso di collaborare con la giustizia.

Spagnuolo, scrive De Simone, “non cerca attenuanti e vuole spiegare com’è andata veramente quella stagione di terrore che ha attraversato il casertano quando lui, il boss finto cieco Giuseppe Setola, Giovanni Letizia e Alessandro Cirillo, decisero che volevano prendersi tutto e chiunque provasse ad ostacolarli finiva in una pozza di sangue, come quella lasciata dai cadaveri di sette immigrati ghanesi della famosa strage di Castelvolturno“.

Spagnuolo, imputato di decine di processi e condannato non in via definitiva a 16 anni di carcere per la strage di Castelvolturno, si è raccontato in un libro scritto da Daniela De Crescenzo, “Confessioni di un killer”, edito dall’Ancora del mediterraneo. L’uomo, al momento agli arresti domiciliari in una località protetta, racconta anche di una estorsione compiuta dal suo gruppo al superboss Michele Zagaria.

Scrive De Simone: “Spagnuolo spiega che Zagaria li pagava 50mila euro al mese perché non facessero rumore e che la sua latitanza aveva aspetti che non erano connessi solo allo spessore criminale del personaggio: ‘Dietro di lui ci sono pezzi grossi – dice Spagnuolo – i servizi segreti, altrimenti non si spiega come sia possibile che conoscesse alla perfezione orari e spostamenti delle forze dell’ordine e che quindi riuscisse a muoversi indisturbato’. Su questi aspetti e sugli appalti legati alla realizzazione del porto di Villaggio Coppola, sul litorale casertano, ora indaga la Direzione distrettuale antimafia, grazie anche al contributo dell’ex killer”.

 

 

Scelti per te