Orvieto, agente aggredito dai detenuti

Pubblicato il 21 Giugno 2012 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

ORVIETO (TERNI) – Un agente penitenziario della casa di reclusione di Orvieto è rimasto ferito dopo essere stato aggredito da un detenuto, il quale, dopo un colloquio con il proprio difensore, si sarebbe improvvisamente scagliato contro il poliziotto, che lo stava accompagnando in cella, nel tentativo di aprirsi un varco e guadagnare l'uscita dal reparto.

L'episodio, avvenuto due giorni fa, viene riferito dal segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Donato Capece.

Il poliziotto, a causa dell'urto contro il cancello, ha perso conoscenza. Immediatamente – riferisce ancora il rappresentante sindacale – sono intervenuti altri due agenti ed un sovrintendente che hanno provveduto ad immobilizzare il detenuto e a soccorrere il collega, riportando anch'essi qualche contusione.

Le condizioni del poliziotto aggredito hanno reso necessario l'intervento del 118 e il suo trasporto all'ospedale, dove sono gli state riscontrate lesioni guaribili in 20 giorni.

Capece, insieme al segretario regionale del Sappe Fabrizio Bonino, ricorda che ''non piu' tardi di tre mesi fa, c'era stata un'altra aggressione da parte di un detenuto che ha causato lesioni a quattro poliziotti penitenziari guaribili da 15 a 90 giorni''.

''Le condizioni lavorative del reparto di polizia penitenziaria in servizio presso la casa di reclusione di Orvieto – commenta Capece – si fanno sempre piu' difficili. Il personale, sotto organico da anni, è costretto a turni gravosi e a fronteggiare una popolazione detenuta numericamente in crescita e spesso caratterizzata da gravi patologie psichiatriche''.

Ai colleghi contusi il segretario generale del Sappe esprime vicinanza e solidarietà. ''Ma ci domandiamo – continua – quante aggressioni ancora dovrà subire il nostro personale di polizia penitenziaria perché si decida di intervenire concretamente sui gravi problemi penitenziari. Di certo non è con la circolare voluta da Giovanni Tamburino, capo dell'amministrazione penitenziaria, con cui si propongono una serie di misure per alleggerire l'emergenza carceraria che si risolvono questi problemi. Tutt'altro: quella nota è una resa dello Stato alla criminalità''.