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Ospedale di Montichiari, arrestato medico per la morte di due pazienti Covid a marzo: i sospetti sui farmaci usati

Arrestato un medico dell’ospedale di Montichiari. E’ accusato di aver somministrato farmaci letali a due pazienti Covid. Le accuse si riferiscono a un giorno in cui il medico lavorava al Pronto Soccorso della struttura, in provincia di Brescia.

Il medico si trova attualmente agli arresti domiciliari. Scrive l’Ansa che è sospettato di omicidio per aver “intenzionalmente somministrato a pazienti affetti dal Covid-19 farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare, causando la morte di due di loro durante la cosiddetta prima ondata pandemica”. I militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Brescia.

I due pazienti deceduti all’ospedale di Montichiari avevano 61 e 80 anni.

Ospedale di Montichiari: il medico arrestato per la morte di due pazienti Covid

I fatti risalgono allo scorso mese di marzo, momento. Periodo in cui la pandemia esplodeva e l’elevato numero di contagi andava a ripercuotersi sulle strutture ospedaliere, intasandole. I Carabinieri del NAS di Brescia, a due mesi di distanza dagli eventi, hanno raccolto e indagato indicazioni sul decesso di alcuni pazienti. Decesso avvenuto presso il pronto soccorso di un ospedale della provincia (Montichiari appunt).

Il sospetto degli investigatori è che queste morti fossero state causate da pratiche mediche assunte consapevolmente da un medico. Per questo hanno immediatamente avviato un’indagine, d’intesa con la Procura della Repubblica bresciana.

Ospedale di Montichiari: le analisi sulle cartelle cliniche

Anche mediante il supporto di accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall’Autorità giudiziaria, le attività investigative hanno consentito di analizzare le cartelle cliniche di numerosi pazienti deceduti in quel periodo per Covid-19. Riscontrando in alcuni casi un repentino, e non facilmente spiegabile, aggravamento delle condizioni di salute.

Per questo, scrive l’Ansa, tre salme sono state esumate per essere sottoposte ad indagini di natura autoptica e tossicologica. Le indagini hanno rilevato, all’interno di tessuti ed organi di una di loro, la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante comunemente usato nelle procedure di intubazione e sedazione del malato che, se utilizzato al di fuori di specifici procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente.

Peraltro, nelle cartelle cliniche dei deceduti oggetto di verifica non compare la somministrazione di quei medicinali (indicata invece nelle cartelle di pazienti poi effettivamente intubati) tanto da ipotizzare a carico dell’indagato anche il reato di falso in atto pubblico.

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