ROMA – Ostia, messe nere nel mausoleo romano: riti satanici tra gli scavi. Nel sito archeologico di Ostia Antica (Roma), zona parco dei Ravennati, gli studiosi che si occupano di uno scavo che sta riportando alla luce una Domus del IV secolo d.C. e un Mausoleo di 2mila anni, hanno fatto un’amara scoperta. Quando hanno riaperto il cantiere, chiuso durante l’inverno, si sono trovati davanti uno scenario di degrado, che sembra avere persino un retroscena satanico. Come scrive Mara Azzarelli sul Messaggero:
“I teppisti hanno violato la zona, preziosissima da un punto di vista archeologico e culturale, lanciato bottiglie fra i reperti e staccato quelli che sono solo apparentemente dei “paletti di ferro” per fare forse dei misteriosi rituali. “Quelli – riflette uno studioso – non sono dei paletti di ferro ma le indicazioni che delimitano il perimetro dello scavo. Chi li ha staccati ha fatto un danno scientifico a cui siamo stati costretti a porre rimedio”. A motivare lo sfregio ai danni di questo sito non c’è solo il raid vandalico ma persino un retroscena satanica. All’interno dell’area si trova infatti la tomba di un bambino coperta da una lastra di piombo che secondo alcune interpretazioni potrebbe far pensare a una maledizione“.
La storia della lastra ritenuta maledetta non ha particolarmente catturato l’attenzione degli studiosi. Tutt’altra questione invece per gli appassionati di satanismo, che evidentemente la considerano un valido sito in cui riunirsi. Specifica ancora Azzarelli:
“Una versione che dopo ulteriori approfondimenti ha perso d’interesse per gli studiosi ma che a quanto pare continua ad attirare i satanisti che di notte si ostinano a frequentare il parco lasciando incisioni (compreso il numero satanico 666) e resti di sedute spiritiche come piume di uccelli e residui di falò. “Sulla lastra di piombo – racconta lo studioso – non c’è l’incisione che conferma la maledizione: la spiegazione non è suffragata dai fatti ma qualcuno forse la prende ancora per buona”. Rimane la fragilità di quest’area rispetto alle incursioni, di qualunque natura esse siano”.