Ha avuto un ictus e per questo non può restare in carcere. E’ stato depositato dai legali di Pasquale Lombardi, l’ex giudice tributario arrestato nel luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P3, una istanza al Gip Giovanni De Donato di revoca della misura cautelare in carcere (o in subordine di concessione dei domiciliari) per motivi di salute.
Il 24 settembre scorso, spiegano nel ricorso gli avvocati Corrado Olivero e Mario Girardi, Lombardi (detenuto nel carcere milanese di Opera) è stato trasferito in ambulanza al Pronto soccorso di una clinica di Rozzano perché presentava i sintomi di un ictus cerebrale. ”Gli accertamenti – si legge – hanno confermato la diagnosi di una ischemia cerebrale e di ipertensione. Si resta basiti che all’insorgere dei sintomi all’ingresso nel Pronto soccorso siano trascorse ben 4 ore che costituiscono una tempistica prettamente carceraria ma assolutamente inconciliabile con la gravità del caso che necessita una immediata aggressione clinica della malattia”.
I legali spiegano, inoltre, che ”Lombardi è un cittadino di 77 anni che soffre di varie patologie, ma soprattutto, di diabete mellito e ipertensione. Nel caso concreto l’ictus non può ritenersi episodico, in funzione sia dell’età, sia del quadro clinico e sia dello stress carcerario”. Nel motivare la richiesta di scarcerazione Oliviero e Girardi scrivono che ”le indagini che concernono la posizione di Lombardi sono sostanzialmente esaurite: le fonti di prova sono documentate da intercettazioni telefoniche di per sé non inquinabili e il non aver ammesso gli addebiti non costituisce un fatto ostativo alla revoca o sostituzione delle misure cautelari”.