Padova, bimbi a digiuno: i bidelli fanno sciopero merendine

Padova, bimbi a dieta: bidelli fanno sciopero merendine
Padova, bimbi a dieta forzata: bidelli fanno sciopero merendine

PADOVA – A Padova niente merenda per i bimbi delle scuole elementari e a pranzo pasti freddi. Colpa dei bidelli che, da inizio anno, non distribuiscono più tè, biscotti o frutta a metà mattina. Il personale Ata si rifiuta di svolgere queste mansioni non previste dal contratto nazionale, ma pagate dal Comune, con 16 euro mensili in busta paga, ritenuti insufficienti. Lo sciopero delle merendine ha già messo in subbuglio nove dei quattordici istituti comprensivi cittadini. A rimetterci sono i bambini e i genitori sono furiosi.

Alcuni si stanno riunendo in comitati e stanno pensando di chiedere al Comune, cui spetta il servizio mensa, la restituzione della quota per la merendina inclusa nei 4,90 euro del buono pasto giornaliero. Il responsabile dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Padova, Andrea Bergamo, cerca di gettare acqua sul fuoco e parla di un caso mediatico. E sminuisce uno degli aspetti iniziali della protesta, quando persino il pranzo veniva servito freddo ai bimbi, perché i bidelli si rifiutavano di riscaldarlo. “Sto cercando di capire – ha detto Bergamo – ma la questione dei pasti freddi nelle scuole padovane è una bufala”.

La vicenda in ogni caso ha smosso anche la politica, in modo trasversale. Il deputato del Pd Alessandro Zan ed il senatore Udc Antonio De Poli hanno chiesto l’intervento del ministro Stefania Giannini.

Lo stop alla distribuzione delle merendine è scattato con l’apertura delle aule, il 16 settembre. I collaboratori scolastici, anche se non in tutti gli istituti, hanno incrociato le braccia in mensa, decidendo di non svolgere più le mansioni non previste dal contratto Ata: scaldare le vivande, pulire i tavoli dopo il pranzo, distribuire le merende all’intervallo. Sostengono che ciò spetta al Comune – che integra comunque gli stipendi per queste attività con 16 euro mensili – o alla cooperativa Dusmann che ha in appalto la distribuzione dei pasti.

Nell’ultima settimana lo sciopero dei pranzi caldi e della pulizia dei tavoli è stato in qualche modo arginato, grazie alla disponibilità del personale della cooperativa, che ha deciso di accendere al posto dei bidelli gli scaldavivande. Ma è rimasto il braccio di ferro sulle merendine.

Per non far restare i figli a digiuno, diversi genitori sono tornati alle vecchie abitudini, infilando al mattino negli zainetti un panino o una briosche in più. L’onorevole Zan fa sapere di aver intanto presentato un’interpellanza parlamentare. “E’ da Paese incivile – sottolinea invece il senatore De Poli – distribuire pasti freddi ai bambini. Chiedo subito al ministro Giannini e al Garante per l’infanzia Spadafora di intervenire affinché si accendano i riflettori su una vicenda che viola i diritti dei più piccoli”. “I bambini sono vittime incolpevoli – conclude De Poli – e ora giustamente i genitori sono infuriati. Non entro neppure nel merito della protesta dei sindacati. E’ il metodo che è sbagliato“.

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