Padova. Si dimentica il permesso per la ztl: multata 151 volte

Una multa così salata la signora Luisa Congedo non l’aveva mai vista. Probabilmente la prossima volta non si dimenticherà di pagare il permesso di accesso alla zona a traffico limitato di Padova. Per ora i continui viaggi suoi e dei fratelli, da e per il centro della città attraversando senza autorizzazione i varchi elettronici, le hanno “regalato” un’ipoteca sulla casa della mamma e 36mila euro da pagare al Comune.

La "vittima" della supermulta, Luisa Congedo

I fatti risalgono al 2006, quando, come ha ricordato la signora Congedo, imprenditrice di San Giorgio in Bosco, lei e i suoi fratelli gestivano un’attività in via Marsilio, nel pieno centro di Padova. Per andare al lavoro la famiglia si serviva di un’auto intestata alla mamma.

Così la donna ha ricordato l’episodio: «Per entrare nella zona a traffico limitato di Padova bisogna essere muniti di un permesso di accesso attraverso i varchi elettronici, che si deve rinnovare ogni sei mesi. Alla scadenza, mio fratello si è recato dalla polizia locale: la cifra da pagare era 100 euro, contanti in quel momento non ne aveva. Aveva chiesto, quindi, di saldare il conto con il bancomat, ma sfortunatamente il dispostivo era guasto». Nulla di fatto.

Passano i giorni e «mio fratello, preso da altre questioni, non si è più ricordato del rinnovo»: una dimenticanza imperdonabile. Il 29 novembre è arrivata la prima multa, poi, una dopo l’altra, se ne sono accumulate altre; una piccola montagna di carta, inevitabilmente destinata a salire visto che per esigenze di lavoro la signora Congedo e i fratelli entravano e uscivano dalla città anche tre volte al giorno. A un ritmo di quasi sei multe al giorno, il totale delle contravvenzioni è arrivato a 12mila euro.

I Congedo si sono rivolti al Comune. I funzionari hanno assicurato che il caso sarebbe stato risolto, ma l’anno scorso sono arrivate le cartelle esattoriali: 36mila euro, comprensivi del raddoppio delle multe e degli interessi maturati in conseguenza del mancato pagamento. Non solo: sulla casa della madre dell’imprenditrice, a cui la macchina era intestata, è stata iscritta un’ipoteca. Se nessuno pagherà la contravvenzione, l’abitazione finirà all’asta.

Luisa Congedo ora protesta: «Non siamo innocenti ma non abbiamo pagato perché eravamo stati rassicurati. Capiamo l’applicazione di una sanzione, ma non 12 mila euro». E ai giornalisti non nasconde i suoi dubbi sulla buona fede dell’amministrazione comunale: «All’inizio c’è stato buon senso, ma la macchina burocratica deve essersi inceppata». Ma il danno, ormai, è fatto.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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