Padova: padre uccide a coltellate la figlia di 32 anni dopo una lite

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA

PADOVA – Alessandra Camboni, 32 anni, che risiedeva in provincia di Padova e che lavorava in campo medico, è stata uccisa con tre coltellate in un appartamento di Gavirate, cittadina sul lago di Varese, al termine di una lite scoppiata in famiglia. Un’altra persona, il fratello della vittima, Federico (34 anni) è stata accoltellata a un fianco e si trova ora in ospedale.

Responsabile dell’uccisione e del ferimento è il padre dei due fratelli, Mario Camboni, 69 anni, finanziere in pensione, che viveva separato dalla famiglia nell’appartamento teatro del delitto. L’uomo è stato portato in caserma dai carabinieri. È stato arrestato per omicidio aggravato e tentato omicidio aggravato. I due figli avevano portato una colomba per mangiarla insieme al padre dopo essersi scambiati gli auguri. La confezione sarebbe stata trovata integra e il particolare confermerebbe che la tragedia si è consumata in pochi minuti.

“Davvero mia figlia è morta?”, sono le prime parole che l’uomo avrebbe pronunciato una volta portato in caserma. A quanto si è appreso non c’è stato fra i tre un vero e proprio litigio, ma poco prima di cena era in corso una discussione sulla recente separazione dell’uomo dalla moglie. Pare che quella appena trascorsa fosse la prima Pasqua che l’uomo passava completamente da solo, dopo anni di vita familiare all’apparenza serena.

I figli erano andati da lui nel primo pomeriggio proprio per fargli un pò di compagnia nella giornata di festa. Ad un certo punto Camboni si sarebbe avventato con un grossocoltello da cucina sulla figlia Alessandra, mentre Federico ha subito cercato di frapporsi per evitare la tragedia rimanendo però a sua volta colpito, prima di riuscire a mettersi in salvo per le scale.

È stato soccorso in strada da alcuni passanti mentre era a terra, insanguinato: tracce di sangue erano ben visibili tra il marciapiede e la strada e sono state trovate anche all’interno dello stabile, fino alla porta del piccolo appartamento dell’uomo. L’arrestato viene descritto in stato confusionale e non sarebbe comunque riuscito a spiegare il perché di tanta violenza.