CITTA’ DEL VATICANO – La scomparsa di Emanuela Orlandi è un “caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio e occultamento del cadavere”: lo dice alla Stampa padre Gabriele Amorth, il più autorevole esorcista a livello mondiale.
Secondo padre Amorth si tratta di un “delitto a sfondo sessuale. Come dichiarato anche da monsignor Simeone Duca, archivista vaticano, venivano organizzati festini nei quali era coinvolto come “reclutatore di ragazze” anche un gendarme della Santa Sede. Ritengo che Emanuela sia finita vittima di quel giro – ha detto padre Amorth alla Stampa -. Non ho mai creduto alla pista internazionale, ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e occultamento del cadavere. Nel giro era coinvolto anche personale diplomatico di un’ambasciata straniera presso la Santa Sede”.
Emanuela Orlandi, cittadina vaticana figlia di un Commesso della Prefettura della Casa Pontificia, sparì davanti alla Chiesa di Sant’Apollinare il 23 giugno del 1983, a 16 anni. La testimonianza di padre Amorth presenta punti in comune con la lettera anonima arrivata alla madre di Emanuela in cui si parla di una trappola in cui la ragazza fu attirata nella sacrestia di Sant’Apollinare.
Monsignor Pietro Vergari, parroco della basilica negli Anni Ottanta, è considerato dagli inquirenti un “elemento centrale nella sparizione”, come ricorda la Stampa. Ma lui si dice estraneo ai fatti. “Nell’ispezione nella cripta non hanno trovato nulla se non appunto il corpo di De Pedis – ha detto alla Stampa -. Tutte quelle ossa ritrovate non sono altro che ossa antichissime, risalenti a secoli fa quando anche i laici venivano sepolti nelle chiese. Ora dicono che faranno indagini approfondite ma non vedo proprio che cosa possano trovare”.
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha ricordato alla Stampa che “suor Dolores, la direttrice della scuola di musica frequentata dalla sorella nel palazzo di Sant’Apollinare, raccomandava alle studentesse di stare alla larga dal rettore della basilica”.
Dice Pietro Orlandi: “Emanuela scomparve alla sette di sera. Mai sarebbe salita su una macchina con un sconosciuto. Se l’avessero presa con la forza, a quell’ora in pieno centro qualcuno se ne sarebbe accorto. L’ipotesi della basilica ha un senso. Se a Emanuela qualcuno avesse detto di seguirlo a Sant’Apollinare non si sarebbe insospettita. Un luogo sacro non dovrebbe spaventare nessuno. Che a Sant’Apollinare ci fossero giri strani e gravitasse un pezzo di malavita romana, non solo De Pedis con cui don Vergari era in confidenza, è purtroppo qualcosa di risaputo – precisa Pietro Orlandi-. Le amiche della scuola di musica di Emanuela mi dissero che suor Dolores, la direttrice, non le faceva andare a messa o cantare nel coro a Sant’Apollinare ma preferiva che andassero in altre chiese proprio perché diffidava, aveva una brutta opinione di monsignor Vergari”.
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