Pakistan, cristiano ucciso: vescovi “trattati come bestie”

«Trattati come bestie, sottoposti a vessazioni e conversioni forzate». Il giorno dopo la morte di Arshad Masih, il cristiano arso vivo per aver rifiutato di convertirsi all’Islam, i vescovi pakistani invocano con urgenza «l’intervento della comunità internazionale».

E la Farnesina, intanto, oggi ha convocato a Roma l’Incaricato d’Affari di Islamabad per manifestare «la propria preoccupazione» di fronte al nuovo, grave episodio di intolleranza religiosa. La tragica vicenda dell’ autista di una ricca famiglia di Rawalpindi arso vivo lo scorso venerdì e deceduto ieri dopo tre giorni di agonia, non ha lasciato indifferenti nè la diplomazia italiana nè la Santa Sede.

Il Capo di Gabinetto del Ministro Frattini, Ambasciatore Economides, oggi ha convocato l’Incaricato d’Affari pakistano, chiedendo «di fornire quanto prima elementi di informazione sullo svolgimento del grave episodio e sulle misure che le autorità locali stanno intraprendendo per assicurare alla giustizia i responsabili» di quanto accaduto. Mentre Margherita Boniver, presidente del Comitato Schengen, ha definito «intollerabile la persecuzione dei cristiani in tanti paesi islamici e in particolare in Pakistan».

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