Pakistani in Italia: 150 mila. Matrimoni combinati uniche nozze conosciute. Rifiuto è disonore, si lava col sangue

Pakistani in Italia, circa 150 mila, la seconda comunità pakistana in Europa dopo quella in Gran Bretagna. Vengono quasi tutti da zone e soprattutto villaggi agricoli, portano con loro e gelosamente custodiscono un modello di società e una cultura che insieme ne discende e lo sostiene.

Di questo assetto sociale e culturale il matrimonio combinato è struttura portante ed ineliminabile, in Pakistan nessuno o quasi si sposa scegliendo il partner, per amore come diciamo noi. Nei villaggi rurali nessuno e basta.

Pakistani in Italia: matrimoni combinati e matrimoni forzati

Nella cultura e nel modello sociale pakistani la differenza, il confine è tra un “laico” e “liberale” matrimonio combinato e un retrogrado e oppressivo matrimonio combinato forzato. Alle donne questa scelta: un matrimonio combinato oppure un matrimonio forzato.

A quelle cui tocca buona sorte tocca un marito scelto dalle famiglie cui la ragazza non si oppone, a quelle cui tocca cattiva sorte tocca un marito scelto dalle famiglie cui la ragazza prova a resistere. Nella centri urbani del Pakistan tende a prevalere il matrimonio combinato diciamo così consensuale, nelle campagne quello combinato e, se del caso, forzato.

La comunità pakistana in Italia viene soprattutto se non solo dalle zone rurali. Di qui l’inevitabilità o quasi di vicende e tragedie come quelle di Saman Abbas .

Saman Abbas, una ragazza italiana in famiglia pakistana

Saman Abbas, una pakistana di seconda generazione in Italia, quindi una bambina che cresce in Italia, va a scuola in Italia, diventa di fatto una ragazza culturalmente italiana. Infatti quando le prospettano matrimonio combinato va a chiedere aiuto e sostegno ai sevizi sociali, viene accolta e protetta in comunità. Insomma si ribella e si difende secondo valori culturali che condivide con la società italiana dove vive.

Poi qualche settimana fa viene indotta a uscire, la famiglia la richiama con qualche espediente. Lei va e sparisce. Un video alimenta più di un sospetto: si vedono uomini che con vanga e pala vanno in campo dietro la casa della famiglia, vanno e poi tornano dopo un tempo sufficiente, congruo allo scavare quel tanto che serve a seppellire.

Delitto all’onore, si lava col sangue

Il rifiuto delle nozze combinate da parte di una ragazza pakistana comporta per la sua famiglia l’impossibilità di mantenere un impegno, fa perdere alla famiglia la faccia, l’onorabilità. In quella cultura e in quella società il capitale sociale chiamato “onore” non può essere disperso. Se il rifiuto del matrimonio combinato lo consuma ed azzera, allora il capitale detto “onore” va rispristinato.

E per la famiglia c’è un solo modo per farlo: l’onore torna se la famiglia versa il sangue della ribelle. Per questo è plausibile Samar Abbas sia stata uccisa dai familiari. Non per crudeltà ma perché ci sono culture e strutture sociali dove una donna onora la famiglia solo se obbedisce, altrimenti la disonora. Se la disonora, l’equilibrio va ristabilito versando sangue, il sangue della donna.

L’Islam c’entra fino a un certo punto e non è medioevo come grossolanamente spesso si scrive e si dice. E’ l’oggi del Pakistan e di altri luoghi del mondo, è l’appena appena ieri di casa nostra. Delitto d’onore, spargere il sangue della donna che disonorava la famiglia era prassi accettata e reato minore fino a non molti decenni fa. E la donna come essere da riproduzione da scambiare con altra famiglia era cultura dominante in Europa fino almeno all’Ottocento. In alcune Vandee culturali lo è ancora, altro che Medioevo.

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