Palermo, i precari della scuola in sciopero fame, tre in ospedale

PALERMO – Stanchi, debilitati nel fisico ma determinati ad andare avanti fino a quando non otterranno il posto di lavoro, mentre cresce attorno a loro la solidarieta' da parte della gente ma anche di alcuni politici. Per sei precari siciliani e' ormai il sesto giorno di sciopero della fame contro i tagli alla scuola: tre di loro sono finiti in ospedale a Ragusa, mentre i loro colleghi che protestano a Palermo non mollano il presidio davanti il Palazzo della Regione siciliana, una tenda dove oggi e' comparso un disegno con cui Alessandro, 6 anni, raffigura il dramma del padre.

Pietro Aprile, Vincenzo Sigura e Giuseppe Agosta, che trascorrono le notti dentro un auto parcheggiata davanti l'ufficio scolastico in via Giordano Bruno a Ragusa, stamattina sono finiti in ospedale. Stavano male e sono stati convinti a sottoporsi ad accertamenti.

''Adesso va meglio – dice dall'ospedale Pietro Aprile, cardiopatico di 45 anni e 2 figli a carico – I medici ci hanno fatto dei prelievi e iniettato delle flebo. Staremo in osservazione ancora per un po', non appena saremo dimessi torneremo al presidio per continuare la protesta''.

I tre sono decisi a non mollare. ''La nostra e' una battaglia in difesa della scuola pubblica siciliana – sostiene il collaboratore scolastico – bistrattata dai pesanti tagli della riforma Gelmini e penalizzata dalla manovra finanziaria''.

A 290 Km di distanza, tanto separa Ragusa da Palermo, Calogero Fantauzzo, Pietro Musso e Filippo La Spisa portano avanti lo sciopero della fame cominciato il 30 agosto, lo stesso giorno dei colleghi di Ragusa, con i quali sono in contatto. La routine quotidiana viene rotta da quanti regalano solidarieta' e assistenza ai tre precari. Alessandro, 6 anni, ha scelto di donare al padre un disegno.

''E' venuto a trovarmi insieme a mia moglie e al fratellino – racconta il padre, Calogero Fantauzzo – Ha disegnato la mia protesta. Mi ha detto: papa' questo sei tu e me lo ha consegnato''. ''Lui sa il motivo per cui sono qui – prosegue commosso – e ricorda perfettamente che nel 2009 ho partecipato a iniziative simili''. ''Mi sono emozionato – aggiunge – So che per i miei figli questa vicenda e' un trauma, spero resti solo un ricordo lontano col tempo e di trovare presto stabilita' economica''. Guarda Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana. ''Le istituzioni sono latitanti – afferma Fantauzzo – ma non ci sentiamo soli. Associazioni, esponenti del mondo politico e cittadini si sono uniti alla nostra protesta''. E avverte: ''Non ci fermeremo fino a quando non avremo risposte e se non arriveranno andremo a incatenarci a Roma, davanti il ministero della pubblica istruzione''. .

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