Palestra chiude e i clienti perdono i soldi degli abbonamenti, titolare assolto: "Non è truffa" Palestra chiude e i clienti perdono i soldi degli abbonamenti, titolare assolto: "Non è truffa"

Palestra chiude e i clienti perdono i soldi degli abbonamenti, titolare assolto: “Non è truffa”

Palestra chiude e i clienti perdono i soldi degli abbonamenti, titolare assolto: "Non è truffa"
Palestra chiude e i clienti perdono i soldi degli abbonamenti, titolare assolto: “Non è truffa”

PORDENONE – La palestra chiude e i clienti perdono i soldi dell’iscrizione e degli abbonamenti: ma il titolare viene assolto. Lo ha deciso il tribunale di Pordenone, che ha dato così ragione a Pantaleo Scaringi, titolare della palestra Aerobica Fitness Club, assolto così dall’accusa di truffa.

Secondo il giudice, infatti, Scaringi era in buona fede quando promuoveva le campagne abbonamenti. Mentre per l’accusa l’uomo sapeva che la chiusura dell’esercizio era imminente, spiega il Messaggero Veneto. 

Così i cinquanta clienti circa che aveva versato i soldi per allenarsi nella palestra del centro commerciale di Roveredo in Piano (Pordenone), in alcuni casi pagando anche più di 200 euro, non hanno avuto diritto ad alcun risarcimento.

In tribunale è stata ritenuta fondata la tesi della difesa secondo cui Scaringi, in buona fede, non era consapevole del rischio di dover chiudere la palestra e non c’era stata, da parte sua, la volontà di raggirare i clienti.

Subito prima della chiusura erano emersi alcuni problemi economici, tanto che i dipendenti non si erano presentati al lavoro perché non pagati. Scaringi aveva anche avuto difficoltà a pagare le bollette, così aveva deciso di sospendere temporaneamente l’attività, confidando, si legge sul Messaggero Veneto, “in una riapertura in tempi brevi dopo la cessione dell’attività a un soggetto interessato”.

Spiega il quotidiano veneto:

Nel periodo tra giugno e settembre del 2013 era stata messa in piedi una trattativa nell’ambito della quale era previsto anche che il gestore subentrante si impegnasse a riconoscere le somme già versate dai clienti in modo da fornire loro il servizio in proporzione a quanto avevano pagato. Alla fine la trattativa non si era concretizzata. A quel punto Scaringi aveva venduto i macchinari della palestra per pagare i dipendenti e le bollette, ma non era riuscito a far ripartire l’attività. Dunque è arrivata l’assoluzione. (…) Nessuna delle parti offese si era costituita parte civile nel processo.

 

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