Pamela Mastropietro (foto Ansa) Pamela Mastropietro (foto Ansa)

Pamela Mastropietro, la denuncia della famiglia: “La cartella clinica della comunità in alcune parti è illeggibile”

Pamela Mastropietro (foto Ansa)
Pamela Mastropietro (foto Ansa)

MACERATA – I familiari di Pamela Mastropietro, la ragazza 18enne uccisa e fatta a pezzi a Macerata, hanno ottenuto l’acquisizione della cartella clinica dalla comunità di Corridonia gestita dalla Pars. E denunciano: “Le pagine sulle terapie sono in parte illeggibili, nei rapporti risulta che abbia riferito di sentirsi infastidita da qualcuno nella struttura. Perché è fuggita? Solo pochi giorni prima era tranquilla”.

Il ruolo di Anyanwu. Intanto, come scrive il Corriere della Sera, l’attenzione del gip si è però concentrata soprattutto su Anthony Anyanwu, il quarantenne al quale Innocent Oseghale, affittuario dell’appartamento di via Spalato dove Pamela è morta e ora detenuto ad Ascoli (il giudice non gli contesta l’omicidio ma il vilipendio e l’occultamento di cadavere), raccontò per telefono che la giovane si era sentita male per un’overdose, esortandolo a chiamare un’ambulanza.

Manzoni definisce Anyanwu “soggetto non esente da sospetti con un ruolo non privo di ombre”.

Inoltre si riscontrano difficoltà di analisi dei tabulati telefonici (il giudice è stato “costretto a un difficile tentativo autonomo di elaborazione”) e nella traduzione dal nigeriano all’italiano delle conversazioni fra Awelima in fuga verso Milano e un suo conoscente. Tanto che si pensa ci possa essere stata in realtà “un’inversione dei ruoli”.

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