ROMA – Si chiama Innocent Oseghale il nigeriano di 29 anni fermato dai carabinieri per l’orrendo omicidio della 18enne Pamela Mastropietro. A casa dell’uomo, in un appartamento in via Spalato 124 a Macerata, i carabinieri del Ris hanno trovato i vestiti della vittima sporchi di sangue e altre tracce ematiche. Trovato anche uno scontrino di una farmacia poco distante dove la vittima aveva acquistato una siringa.
L’autopsia sul corpo della ragazza, già effettuata dal medico legale Antonio Tombolini a Macerata, non ha chiarito le cause della morte: se ne saprà di più con i risultati degli esami tossicologici. L’esame autoptico non avrebbe rilevato segni evidenti di violenza sessuale.
Oshegale è stato interrogato durante la notte in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Agli investigatori del comando provinciale dei carabinieri di Macerata è apparso “confuso, poco lucido”. L’uomo, un richiedente asilo con carta di soggiorno scaduta, continua a negare e avrebbe cercato di tirare in ballo altre due persone, risultate estranee.
Ad inchiodarlo, c’è anche la testimonianza resa volontariamente da un cittadino straniero, estraneo ai fatti, prima alla polizia e poi ai carabinieri del comando provinciale di Macerata, che ha detto di avere visto il nigeriano nella tarda serata del 30 gennaio in possesso delle valigie contenenti i resti di Pamela e nei pressi del luogo dove i bagagli sono stati gettati, in un fossato nelle campagne di Pollenza.
I carabinieri hanno trovato anche 70 grammi di hashish a casa di Innocent Oseghale, in stato di fermo per omicidio e occultamento di cadavere. L’uomo abitava da solo e il contratto non era intestato a lui, ma si sa che ha una compagna e una figlia piccola, viste nei mesi scorsi dagli altri condomini e nel quartiere, ed ogni tanto c’erano anche altri due o tre giovani. “Gente tranquilla” hanno raccontato i condomini ai giornalisti. Oseghale? “Un vicino perfetto, non si sentivano mai rumori, né chiasso”.
Oseghale individuato grazie alle telecamere
Le telecamere dei sistemi di sicurezza sono state determinanti per ricostruire gli spostamenti di Pamela Mastropietro, la 18enne romana scomparsa il 29 gennaio, il cui cadavere smembrato è stato rinvenuto ieri in due trolley in un fossato nei pressi di Pollenza.
Le indagini avviate dai carabinieri del comando provinciale di Macerata e del Ros hanno imboccato subito la pista che i resti appartenessero alla ragazza scomparsa: la visione di tutte le telecamere che in qualche modo avrebbero potuto riprenderla dal 29 gennaio al primo febbraio, ha permesso di appurare che era ancora in vita nelle giornate del 29 e del 30 mattina. Le sue tracce si sono sono perse nella tarda mattinata del 30 gennaio in via Spalato a Macerata. Poi anche grazie a prove testimoniali e ancora immagini video, è stato individuato Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano dichiarato in stato di fermo, come l’ultima persona che aveva avuto contatti con lei in vita.
Cosa è successo nell’appartamento
Per tutto il giorno proseguiranno gli accertamenti di natura tecnico-scientifica del Ris nell’appartamento in via Spalato a Macerata dove Pamela Mastropietro, la 18enne romana scomparsa dopo essersi allontanata da una comunità do Corridonia, sarebbe stata uccisa e sezionata. Nell’appartamento, domicilio di Innocent Oseghale, nigeriano, di 29 anni, con permesso di soggiorno scaduto e con precedenti di polizia per droga, sono stati trovati i vestiti insanguinati della vittima e tracce ematiche.
I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Macerata ritengono che proprio in quella casa Pamela sia morta, forse per overdose oppure uccisa, e soprattutto che lì il suo corpo sia stato fatto a pezzi, con strumenti da taglio o meccanici, ma non elettrici, dato che nessuno avrebbe sentito rumori provenienti dall’abitazione.