Paola (Cosenza), giovane legato al letto per 20 anni. Il medico che lo ha salvato: “Non sa parlare e non sa mangiare”

Legato al letto per 20 anni. A denunciare la vicenda che vede protagonista un 27enne di Paola, un piccolo comune in provincia di Cosenza, è Cosmo De Matteis, presidente emerito nazionale del Sindacato dei medici italiani. Liberato dai carabinieri, il giovane ha molti problemi psicologici e di comunicazione: “Quando è stato tolto da quella situazione – ha spiegato il medico a “Pomeriggio Cinque” – il ragazzo era in grave condizioni, al pari di quella di un cavernicolo: non sapeva camminare e non sa mangiare, tanto che è stato necessario alimentarlo con i liquidi”.

Legato al letto per 20 anni: il racconto di un medico di Paola

Attualmente il ragazzo è ricoverato in una struttura, che però lo potrà ospitare soltanto per 60 giorni. Lì il giovane è accudito dagli operatori che lo hanno in cura: “In alcuni casi si è rivelato anche aggressivo – ha continuato il medico – ora dopo i primi giorni di ricovero, sta già migliorando”.

De Matteis è ancora scosso: “Una cosa mai vista. Ha vissuto tutta la sua vita legato mani e piedi al letto, non parla, emette suoni gutturali, non comunica, non sa spiegare quando ha sete, quando ha sonno, quando deve fare i suoi bisogni, porta il pannolone”. E non sa comunicare nemmeno quando ha fame. “Del resto – dice ancora il medico – non può mangiare cibi solidi perché non sa masticare, assume solo liquidi. Sembra un uomo uscito dalle caverne“. Per di più, la casa in cui ha vissuto è spoglia, sporca e gelida. “C’era solo una stufetta a riscaldare l’ambiente, ovviamente faceva molto freddo”.

“È stata la madre a legare il figlio al letto – dice il medico – forse aveva paura che il ragazzo potesse scappare o fare un gesto inconsult”. Ed è stato proprio in un raro momento di libertà che il giovane, affacciandosi alla finestra per qualche istante, ha attirato l’attenzione di un vicino. “Ha agitato le braccia tanto da insospettire un uomo”. Il vicino ha poi avvisato le forze dell’ordine, che a loro volta hanno fatto irruzione in casa e hanno subito avvisato la procura, non prima di aver allertato i soccorsi.

La madre del ragazzo nega la ricostruzione

La trasmissione di Canale 5 è riuscita poi a intercettare anche la madre che ha negato quanto scritto nei verbali dei Carabinieri: “Non è vero che l’ho legato – ha replicato – sono malignità che circolano da anni, volevano portarlo in una struttura, ma in molti lo hanno rifiutato”. 

Gestione cookie