Paolo Arata e figlio arrestati per corruzione. Ex consulente della Lega per l’Energia e coinvolto nel caso Siri

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Giugno 2019 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA
Paolo Arata e figlio arrestati per corruzione. E' il consulente per l'Energia di Salvini

Paolo Arata e figlio arrestati per corruzione. E’ il consulente per l’Energia di Salvini

TRAPANI – Arrestati Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’Energia ed ex deputato di Forza Italia, e il figlio Francesco. Sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo l’accusa sarebbero presunti soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto dai magistrati tra i presunti finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

L’arresto è stato disposto dal gip di Palermo Guglielmo Nicastro su richiesta della Dda guidata da Francesco Lo Voi. Gli Arata sono indagati da mesi per un giro di presunte mazzette alla Regione Sicilia che vedrebbe coinvolto anche Nicastri, tornato in cella già ad aprile perché dai domiciliari continuava a condurre affari considerati illegali dalla magistratura. Nel business c’erano anche gli Arata che, sempre secondo i pm, di Nicastri sarebbero soci.

Una tranche dell’inchiesta nei mesi scorsi era finita a Roma scatenando un terremoto politico, perché alcune intercettazioni avrebbero svelato il pagamento di una presunta tangente, da parte di Arata, all’ex sottosegretario alle Infrastrutture della Lega Armando Siri. Secondo l’accusa, in cambio del denaro Siri avrebbe presentato un emendamento al Def, poi mai approvato, sugli incentivi connessi al mini-eolico, settore in cui l’ex consulente del Carroccio aveva investito.

A Palermo invece è rimasta l’indagine sulla Regione Sicilia. Oltre che nei confronti dei due Arata il giudice ha disposto un nuovo arresto anche per Nicastri, la cui misura gli è stata notificata in carcere in quanto già detenuto, e per il figlio Manlio: indagati pure loro per presunta corruzione, auto riciclaggio e intestazione fittizia. Ai domiciliari è finito invece l’ex funzionario regionale dell’Assessorato all’Energia Alberto Tinnirello, accusato di corruzione.

Tutti al centro, secondo i pm di Palermo, di un giro di tangenti che avrebbero favorito Nicastri e il suo socio occulto nell’ottenimento di autorizzazioni per i suoi affari nell’eolico e nel bio-metano. Ai regionali secondo i magistrati sarebbero andate mazzette dagli 11 mila ai 115 mila euro. (Fonte: Ansa)